Non è bastato rimontare due volte uno svantaggio pesante, Andrea Baldini si ferma ai sedicesimi di finale del Mondiale di scherma a Catania. Troppo presto, per uno che che il titolo iridato l'ha già vinto nel 2009. Il medesimo epilogo, purtroppo, della passata edizione a Parigi. "E' stata una gara diversa - commenta il fiorettista azzurro -. L'anno scorso avevo l'oro da difendere. Quest'anno ero più sereno, tranquillo. Forse troppo tranquillo". A eliminarlo, infatti, è stato il giapponese Kenta Chida; un avversario sulla carta decisamente inferiore.
Allora cosa è mancato? "Rabbia - replica Baldini - e gli attributi per vincere. Sono stato bravo a rimontare, tutt'altro a chiudere la gara". Un analisi severa, ma il precoce ko del livornese è un vero shock per l'ambiente della scherma azzurra. Il suo maestro Paolo Paoletti commenta stupito: "Ci eravamo preparati alla grande, ma è da questa mattina che è troppo teso. Poi mentre era in pedana il ct Stefano Cerioni gli parlava molto, forse troppo. Lui è un campione, deve sapere cosa fare".
Ovviamente la delusione va accantonata presto: domenica 16 c'è la prova a squadre del fioretto maschile, ma soprattutto la prossima estate c'è Londra 2012. "Ci andranno solo in tre questa volta - spiega Baldini - e i convocati li sceglierà il nostro ct. Non penso di dovere dimostrare il mio valore, lo devo confermare". Il ricordo di Pechino 2008 brucia ancora (il livornese fu trovato positivo a un diuretico proibito a pochi giorni dai Giochi e il Coni lo escluse dalla Nazionale in favore di Andrea Cassarà. Il 10 aprile 2009 il tribunale antidoping della Fie ha riconosciuto la sua sostanziale correttezza). "Non posso sempre vincere solo perché solo perché ho subito un torto. Ho tanto da lavorare, sopratutto di testa - ammette l'azzurro - ma non mi serve lo psicologo. Le motivazioni le posso trovare solo dentro di me".
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