Cassarà, l'eterna promessa è diventa d'oro

Pubblicato il 14 ottobre 2011 alle 07:46:17
Categoria: Scherma
Autore: Piergiuseppe Pinto

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Gli davano dell'eterna promessa, a Catania ha deciso che era ora di finirla. Andrea Cassarà, 27enne da Passirano (in provincia di Brescia), ha impugnato il suo fioretto e messo la firma su questo magico Mondiale per la scherma azzurra. Bronzo ai Giochi di Atene nel 2004, quando di anni ne aveva 20, ha avuto una carriera spesso altalenante. A 18 si laurea campione d'Europa, si ripete altre due volte nel 2005 e nel 2008. Un "enfant prodige", insomma. Ma il Mondiale no, non voleva arrivare. Fino ad oggi, nel giorno che incorona i ragazzi azzurri sul tetto del mondo con un triplete storico. Cassarà, Aspromonte, Avola: oro, argento e bronzo. Serve altro? Il ct Stefano Cerioni si gode un successo totale (eliminazione precoce di Andrea Baldini a parte), se si conta anche il primo e il secondo posto di Vezzali e Di Francisca. Tutto il meglio della scherma ha scritto Italia sulla divisa: sono già otto le medaglie a questi Mondiali.

Oggi era il giorno di Cassarà, troppo forte per tutti i suoi avversari: dal tabellone dei 64 alla finale nessuno è stato capace di impensierirlo davvero. Fino all'ultimo atto appunto, quando ha incontrato il compagno Valerio Aspronte. Il giovane romano che aveva avuto un cammino decisamente più arduo: prima era riuscito a eliminare il vicecampione della scorsa edizione, il fortissimo cinese Sheng Lei, poi il russo Cheremisinov, infine anche il beniamino di casa Giorgio Avola, con tutto il Palaghiaccio per il siciliano. La finalissima tutta italiana che ha deciso il Mondiale è stato spettacolo puro, decisa solo all'ultima stoccata (finale 15-14).

"Stavo diventando una barzelletta - commenta il neocampione del mondo - con questa storia dell'eterna promessa che non vince mai il Mondiale". Così a 27 anni ha deciso di mettere a tacere i maligni e mettere in fila tutti i suoi avversari, fino al più ostico: proprio il suo compagno di squadra Aspromonte. "Io e Valerio ci siamo sfidati decine e decine di volte in pedana - racconta il fiorettista bresciano -. Abbiamo combattuto, litigato, ci siamo insultati. Ci conosciamo bene, siamo anche stati compagni di stanza". Non è stato facile infatti batterlo, anche perché all'inizio il romano ha racimolato un buon vantaggio. "Non ho pensato al punteggio - continua Cassarà - ma a stare piegato sulle gambe, come si dice ai bambini". L'ha fatto bene, eccome, fino all'ultima stoccata che ha beffato il compagno-sfidante.

"Ora voglio godermi questo successo con la mia fidanzata - racconta il campione mondiale - e spero di andare a vivere presto all'estero con lei". Un pensiero va anche al rivale di sempre Andrea Baldini, oggi fuori fin dai sedicesimi di finale. "E' a rischio la sua convocazione per le Olimpiadi di Londra (potranno andare solo tre fiorettisti, ndr)? No. Un campione come lui non si discute. Credo - conclude l'azzurro - che la sfida sia tra Avola e Aspromonte. I nostri avversari si sfregherebbero le mani se non venisse uno come Baldini". Di sicuro, dopo questa giornata, la scelta del ct Cerioni sarà tutt'altro che semplice.

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