Un anno dopo Parigi 2010 è un’Elisa diversa, diciamo più cauta ma anche - sicuramente - più sicura di sé e di quello che può fare. La campionessa mondiale ed europea in carica sente la responsabilità di chi ha ancora al collo la medaglia più prestigiosa, sa che difenderla è quasi più dura che conquistarla. Perché ora tutti gli occhi sono puntati su di lei, Elisa Di Francisca, la ragazzaccia classe 1982 capace di mettere in fila tutte le sue compagne-rivali, persino la “cannibale” di ori Valentina Vezzali. Che le due non si amino non è certo una novità, ma lo scontro ora è totale, la sfida (agonistica e non solo) al suo apice. Dai Mondiali di Catania, in scena dall’8 al 16 ottobre, passa il treno verso i Giochi olimpici di Londra della prossima estate e nessuno vuole sfigurare. Soprattutto di fronte a familiari, parenti e amici; d’altronde si gioca in casa. Con un po’ di responsabilità e pressione in più, la campionessa iridata lima il suo fioretto e si prepara all’assalto decisivo, nel mirino - ovviamente - la rivale di sempre: “Vincere battendo la Vezzali dà quel tocco in più”. Ma nulla è scontato, proprio come lei, che al suo sport non chiede disciplina ma una storia alla Pellegrini-Magnini-Marin. Lei che se ne frega se l’avversario ride o piange sotto la maschera, perché a suon di schiaffi ha imparato a domare le emozioni. Lei che invita le atlete (esclusivamente donne) a fare sesso prima delle gare: “E’ ottimo”. Proprio lei che, in fondo, qualcosa in comune con la sua compaesana jesina Vezzali ce l’ha: “Andrei volentieri a prendere un bicchiere di vino con Berlusconi perché…”.
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Elisa Catania è dietro l’angolo, sei carica?
“Eccome, sento una grande responsabilità. Si giocano in Italia, abbiamo l’attenzione di tutti rivolta verso di noi. Poi ci saranno familiari, parenti, amici…non si può mica sfigurare”.
Questo Mondiale è ancora più importante anche per una altro motivo…
“E’ decisivo per i Giochi Olimpici di Londra 2012, lo so. Io devo difendere quello che ho capito di essere e di poter fare. Difendere questa nuova Elisa”.
La scherma azzurra ha una particolarità: come si fa ad allenarsi e raffrontarsi ogni giorno con quelle che sono poi le proprie sfidanti più forti. Mi spiego meglio: a Parigi in finale ha vinto sulla tua amica Arianna Errigo, a Sheffield sulla tua un po’ meno amica Valentina Vezzali. Insomma le tue rivali più forti ce le hai in casa.
“E’ stimolante e ci fa crescere. Anche se certamente è dura, non è un semplice allenamento in palestra”.
Ma vi nascondete i vostri colpi segreti o una cosa del genere è impensabile?
“E’ difficile. Poi vogliamo sempre vincere, anche in allenamento. Ci mettiamo forse meno cattiveria di una gara vera, anche se in realtà non tutte ci mettono meno cattiveria…”
Senti Elisa, si è già parlato tanto, tantissimo, della tua rivalità con la Vezzali. Cosa pensi oggi di avere in più di lei, e cosa invece lei ha ancora più di te?.
“Ha tanto più di me, non lo dico perché lo devo dire. E’ così, sappiamo quanto è stata forte e quanto è ancora forte. Si allena come una matta, sempre. Io? Io penso di avere più leggerezza”.
Sarebbe più bello vincere il Mondiale o vincere il Mondiale battendo la Vezzali?
“Sicuramente vincere il Mondiale battendo la Vezzali, sempre più bello. Dà quel tocco magico alla finale”.
Facciamo un gioco: io ti elenco alcuni nomi di tuoi colleghi e tu mi dici una cosa che ci faresti insieme. Una cosa secca, la prima che ti viene in mente. Partiamo?
“Vai”.
Aldo Montano?
“Una serata in discoteca”.
Arianna Errigo?
“Una bella cena, ci piace “magnà” a tutte e due”.
Andrea Baldini?
“Una partita di pallavolo, perché fa ridere, non sa giocare”.
Andrea Cassarà?
“Ci ascolto la musica e cantiamo, lui ha il karaoke”.
Cosa cantate?
“Canzoni in inglese: lui lo sa bene, io invento e parlo una lingua tutta mia”.
Matteo Tagliariol?
“Ci faccio bei discorsi, si parla anche di cose filosofiche”.
E la Vezzali?
“Ehhh…un assalto”.
Bene, cambiamo gioco: ora ti elenco una serie di personaggi, sportivi e non, tu devi scegliere con chi andresti a bere un caffè (o un bicchiere di vino se preferisci). Filippo Magnini o Luca Marin?
“Marin”.
Fernando Alonso o Valentino Rossi?
“Rossi”.
Antonio Cassano o Mario Balotelli?
“Cassano”.
Vasco Rossi o Jovanotti?
“Jovanotti”.
Silvio Berlusconi o Nichi Vendola?
“Berlusconi”.
Allora qualcosa in comune con Valentina Vezzali ce l’hai (la pluricampionessa olimpica è stata protagonista di un curioso siparietto a Porta a Porta con il Cavaliere qualche anno fa)?
(Ride, ndr) “Un bicchiere di vino con Berlusconi sicuramente sarebbe divertente. Ci sarebbe da ridere, è simpatico”.
In un’intervista recente hai parlato di maternità, sei seria?
“Aspetto il momento giusto, ma ho una grande voglia di avere un bambino”.
E c’è la persona giusta al tuo fianco ora?
“Diciamo: lavori in corso. Sono fidanzata da nove mesi e sto bene”.
Elisa abbiamo chiesto agli utenti di Datasport e a chi segue la nostra fan page della Federazione italiana scherma su Facebook di inviarti le loro domande. Te ne leggo alcune, molte delle quali sono sicuramente migliori delle mie. Marco ad esempio ti chiede: la scherma fa incetta di medaglie, perché secondo te non riesce a conquistare un’adeguata risonanza mediatica?
“E’ uno sport che non tutti riescono a capire, è difficile rispetto ad altri”.
Un’idea per ridurre questa penalizzazione?
“Ci vorrebbe un po’ di gossip, del pepe. Anche se è un po’ triste questo”.
Quindi ci vuole una storia alla Pellegrini-Magnini-Marin?
“Bravo, ci vuole un bel intreccio”.
E chi sono i papabili?
“Non lo so, non ci si accoppia molto in realtà. Si parla, si parla…”
Matteo invece vuole sapere: Elisa ho visto che hai un tatuaggio sul braccio, cosa c’è scritto? In bocca al lupo
“Muore lentamente chi evita la passione, chi non rischia la propria sicurezza per l’insicurezza di un sogno”, è un estratto di una poesia di Pablo Neruda.
Arriviamo alla mia preferita: Caterina chiede cosa si prova e come si fa a gestire le proprie emozioni in pedana quando non si riesce nemmeno a veder e il volto del proprio avversario?
“E’ una bella domanda. Noi ce ne dobbiamo fregare dello sguardo dell’avversario, se ride o se piange. Non dobbiamo dargli peso. Le emozioni sono tantissime però con il tempo, con l’allenamento, con gli schiaffi e con le sconfitte si acquisiscono quella freddezza, quella sicurezza mentale che ti permette di non mollare, di recuperare”.
La scherma è uno sport più di testa o di tecnica?
“Di testa”.
L’ultima è di Sofia: cosa pensi del sesso prima delle gare? Fa bene o fa male? So che tu sei l’unica che può rispondere sinceramente a questa domanda. Non cambiare mai.
“Fa benissimo Sofia, assolutamente. Per l’uomo no, lo scarica. A una donna invece la rilassa, la tranquillizza. Poi è un momento molto adrenalinico, quindi è eccitante: c’hai ancora più voglia”.
Il sole di Catania attende di scoprire se è tutto vero. Noi ci speriamo.
(Foto Augusto Bizzi)