Matteo Tagliariol dice subito addio al Mondiale di scherma di Catania, eliminato al primo turno dal coreano Park. C'è chi avrebbe pianto, bestemmiato, chi lanciato arma e maschera per terra. Lui no. La medaglia d'oro di Pechino 2008 si presenta affranto ma composto, con la maglia del Milan sotto la tuta azzurra (la società rossonera gliela ha fatta avere proprio ieri sera con le firme dei campioni d'Italia). "Ero convinto di vincere questo Mondiale - ammette lo spadista - forse il mio problema è questo: o arrivo fino in fondo o esco subito, non conosco mezze misure".
Così era successo anche a Parigi lo scorso anno. "Soffro il primo assalto, ma non è una questione fisica o tecnica. Dal quanto di vista della forma - continua Tagliariol - a questo Mondiale non potevo arrivare meglio". Allora qual è il limite di uno degli atleti più talentuosi della armata italiana che però fatica ripetere l'impresa olimpica di tre anni fa. "Forse l'atteggiamento in gara. Gli altri mi hanno studiato, devo imparare a gestire queste situazioni. Finché però sbaglio io sono più tranquillo, quando incomincerò a perdere perché gli altri sono più forti allora sarà dura".
Il ragazzo non si dispera, anzi. L'eliminazione precoce complica anche la qualificazione ai Giochi di Londra 2012 ma Tagliariol sulle Olimpiadi è irremovibile. "Potevo chiudere il discorso qui a Catania, non è stato così. Nulla è compromesso, ci sono ancora un paio di gare di Coppa del mondo. Se sono stufo della scherma? No, me lo sono chiesto l'anno scorso e mi sono dato una risposta - conclude lo spadista -. Voglio le Olimpiadi. E voglio vincerle".
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