"Ho vinto a Pechino senza doping, perché ero sereno e i miei valori ematici erano perfetti. Ora voglio solo ritrovare la tranquillità, ma all'atletica non torno. Chi viene coinvolto con il doping non deve". Le lacrime scendono copiose sul volto di Alex Schwazer, intervistato dal Tg1 dopo l'esclusione dai Giochi di Londra 2012 per doping.
Il marciatore azzurro, trovato positivo all'Epo, fa fatica a parlare ed è sconvolto: "Sono state tre settimane terribili. Il controllo antidoping è arrivato il 30 luglio, avevo fatto l'ultima iniezione il 29: sapevo che era finita. Quando ho vinto a Pechino, ero anemico per quanto mi allenavo. Dopo la vittoria (alle Olimpiadi 2008 nella 50 km di marcia, ndr) non sono stati anni facili. Avrei voluto una vita normale, vedere la mia fidanzata (la pattinatrice Carolina Kostner, ndr). Ma adesso ho perso tutto. Mi sono allenato dieci mesi tantissimo, e in due settimane ho distrutto la mia vita. Avrò preso anche medicine sbagliate, non lo so, sapevo che faceva male. Adesso cerco serenità e di uscire da questi riflettori".
Schwazer insiste sul concetto di avere fatto tutto da solo: "Mi sono informato tramite internet. Non faccio nomi. Bisogna pensare quando una donna nel nuoto va più forte di un uomo", conclude il 27enne marciatore azzurro.