"Dopo tre anni anni molto travagliati dovevo prendere delle decisioni e con le Olimpiadi davanti non sono più stato lucido. C'erano molte aspettative su di me e non sono più riuscito a dire di no alla tentazione di doparmi prima dei Giochi". Così Alex Schwazer spiega i motivi che l'hanno spinto ad assumere eritropoietina in vista delle Olimpiadi di Londra, dove avrebbe dovuto difendere il titolo conquistato a Pechino nella 50 chilometri di marcia.
Schwazer, scoppiato in lacrime poco dopo l'inizio della conferenza stampa convocata dal marciatore azzurro a Bolzano, ribadisce anche quanto detto nell'intervista confessione al Tg1: la decisione di assumere Epo prima dei Giochi di Londra è stata presa in assoluta autonomia. "Ho fatto un grande errore - ribadisce -, ho preso questa decisione da solo, ho deciso di non dirlo a nessuno, né alla mia famiglia né alla mia fidanzata, era una cosa solo mia. Non volevo mettere nei guai nessuno. Mi sono informato su internet. Impossibile? Vi assicuro che è possibile".
Schwazer spiega le modalità attraverso cui si è procurato l'Epo. "A settembre del 2010 sono andato in Turchia e mi sono procurato l'eritropoietina in farmacia. Per comprarla ho usato 1500 euro cambiati in lire turche, li ho messi sul bancone del farmacista e vi assicuro che lì non si fanno troppi scrupoli, mentre in Italia per questi farmaci serve la ricetta. Ma ribadisco che prima non avevo mai fatto uso di sostanze dopanti".
L'altoatesino chiarisce poi la natura dei suoi rapporti con il dottor Michele Ferrari, al centro di un'inchiesta per doping condotta da Nas e Finanza per la Procura di Padova. "Conosco il dottor Ferrari, conosco il personaggio e il suo passato - confessa Schwazer -. L'ho contattato nel 2009, ci siamo incontrati 5-6 volte ma gli ho chiesto solo dei consigli tecnici e delle tabelle nutrizionali per gli allenamenti. Dal 2011, quando ho scoperto del coinvolgimento di Ferrari in casi di doping legati al ciclismo, ho deciso di non avere più niente a che fare con lui".
Schwazer si lascia poi andare ad una confessione shock: "Carolina ama il suo sport, pattina perché le piace - spiega a proposito della sua fidanzata, la pattinatrice Carolina Kostner -, io invece faccio marcia perché sono bravo, ma non ho piacere ad allenarmi 35 ore a settimana facendo sempre la stessa cosa, a volte la sera ero distrutto e a pensare che l'indomani al mattino dovevo di nuovo faticare mi veniva la nausea. La differenza tra di noi è questa".
Il Cio è intenzionato a riesaminare i campioni di urina prelevati dopo la vittoria ai Giochi di Pechino: una decisione accolta con favore da Schwazer. "Sono solo contento se tutte le mie prove antidoping fatte negli ultimi anni, anche quelle alle Olimpiadi del 2008, vengono rianalizzate e pubblicate - afferma l'altoatesino -. Tutti i medici di buona fede dovranno dire poi che non vi sono tracce di doping. A Pechino ho gareggiato con valori di un anemico, il che dimostra che non ero dopato".