Scintille per il corso arbitri ad Assisi allestito dall’EBA presieduta da Falcinelli.
C’è il supporto dell’IBA? Nuovo vertice tecnico alla FPI, che prenderà parte ai mondial U19 della World Boxing a Puebla in Colorado.
di Giuliano Orlando
Il 24 agosto ho scritto un articolo riguardante la nuova situazione creatasi dopo i Giochi di Parigi 2024, conclusosi con il bilancio negativo per l’Italia, tornata a casa con zero podi. Nel contempo ho trattato la situazione venutasi a creare dopo che la FPI ha chiuso i rapporti con l’IBA, passando armi e bagagli, ovvero l’attività agonistica con la World Boxing, l’organizzazione nata nel 2022, presieduta dall’olandese Boris van de Vorst, in contrapposizione all’IBA che il CIO ha cancellato definitivamente, escludendola dai Giochi Olimpici. Nel frattempo si è svolto un Corso Internazionale arbitri e delegati tecnici, al Centro di Assisi e qui la certezza su chi e come vada definito l’evento, oltre alla collocazione ufficiale è davvero difficile da capire. Appena ho trattato la questione sono intervenuti sia Franco Falcinelli che Vittorio Lai, entrambi presidenti onorari FPI sulla questione. Il primo afferma che l’evento è stato organizzato dalla European Boxing Accademy Foundation di cui è presidente con sede ad Assisi, vice Vittorio Lai. Queste le sue parole: “La FPI non è assolutamente coinvolta in questa iniziativa tant’è che non ha iscritto nessun partecipante. L’attività rientra nella finalità dell’EBA, ente privato che si occupa di promozione della cultura e formazione sportiva del pugilato internazionale”. Prosegue ricordando di aver già allestito simili corsi e aggiunge che questo è il nuovo orizzonte che l’IBA persegue, non pensando solo ai Giochi, ma anche alla sicurezza sociale del proprio futuro a fine carriera. Chiarendo che: “La formazione non fa politica”.
Vittorio Lai, mi chiama al telefono, aggiungendo che l’evento è stato avallato dal CF all’unanimità, il che non collima con quanto è stato detto da Franco Falcinelli. Un dettaglio importante, da chiarire. Nel contempo, rispondo a Falcinelli che io non sono sul mercato per scegliere una sponda o l’altra. Non l’ho mai fatto e non ci sarà una prima volta. La mia scelta, avverrà per convinzione personale. Al momento sto alla finestra, anche se l’atteggiamento attuale dell’IBA non mi convince. La mia speranza è che il pugilato sia presente ai Giochi Olimpici. Che non significa sposare sigle, ma perseguire un’idea. Per questo ascolto democraticamente tutte le voci. In particolare mi ha inviato un suo intervento il dottor Giuseppe Macchiarola, ex presidente CONI di Foggia, già consigliere federale con Grisolia e in opposizione nella presidenza di Vittorio Lai (2012-2016). “L’IBA già da oltre un mese, prima della nostra adesione alla World Boxing, annunciava sul proprio sito l'organizzazione di un corso per delegati tecnici e arbitri ad Assisi. Il corso verosimilmente era organizzato con il supporto del presidente onorario. Io ritenevo che sarebbe stato annullato per opportunità politiche e difatti mi risulta che il consiglio abbia preso distanza da questa organizzazione. Apprendo invece che il corso non solo si è tenuto ma addirittura utilizzando la struttura federale per la preparazione olimpica. Credo che dopo le dichiarazioni del presidente onorario Franco Falcinelli, dello scorso 9 agosto su “Repubblica” e questo corso, dove era coinvolto anche l'altro presidente onorario, Vittorio Lai, sia chiaro che esiste una linea pro IBA che non può essere giustificata e tollerata dall'attuale dirigenza che dovrebbe stigmatizzare queste situazioni e verificare a quale titolo e con quale autorizzazione sia stato utilizzato il Centro Federale. Poi naturalmente ognuno può optare di sostenere questa o quella organizzazione ma se si decide di stare con il vecchio ente (nei ruoli IBA ed EUBC si legge ancora oggi la presenza di tanti dirigenti italiani) sarebbe eticamente logico che dessero le dimissioni dalla FPI, come per l'arbitro tesserato FPI e convocato dall’IBA con suo grande entusiasmo a giudicare dai post pubblicati”.
Ritengo sia necessario un chiarimento da entrambi i fronti.
Dopo i Giochi di Parigi, la Federazione ha azzerato tutte le cariche tecniche delle squadre nazionali, qualificando il presidente della Lombardia, Massimo Bugada direttore responsabile di tutte le squadre azzurre, affiancato dal tecnico Renato Zurlo, che già ebbe la responsabilità della nazionale nel quadriennio 1996-2000. Ruoli ad interim, che termineranno alla fine dell’attuale mandato. Nel frattempo il tecnico di Torre Annunziata ha rilasciato una lunga intervista, molto coinvolto nel ruolo, illustrando la pprossima attività, che avrà la parte più impegnativa ai mondiali U19, allestiti dalla WB, che si terranno a Puebla in Colorado dal 25 ottobre al 5 novembre, dove l’Italia sarà presente sia al maschile che femminile, convocando azzurri e azzurre dal 10 al 15 settembre, quindi uno stage a Belfast (Irlanda del Nord) e un torneo in Mongolia dal 16 al 23 settembre.
A giudizio degli esperti, il destino della boxe in maglietta sarà deciso dal successore di Thomas Bach, il tedesco ex campione olimpico di scherma, a capo del Comitato Olimpico dal 10 settembre 2013, che non si ricandiderà e concluderà il mandato il 24 giugno 2025 dopo 4305 giorni di presidenza. In quell’occasione la 125° assemblea che si terrà a Buenos Aires (Argentina), dovrà scegliere tra i candidati che si sono proposti alla massima carica sportiva. Questi i loro nomi: Juan Antonio Samaranch jr.,64 anni, spagnolo, membro CIO dal 2001, alla scadenza del padre in carica dal 1980 al 2001, deceduto nel 2010. Sulla linea di Bach. A seguire due donne: Nicole Hoevetsz, 60 anni, attuale vice presidente, ex partecipante ai Giochi nel nuoto artistico di Aruba e Kirsty Coventry dello Zimbabwe, doppio oro di nuoto, forse troppo giovane con i suoi 40 anni. L’altro vice presidente in carica, il principe Feisal al Hussein di Giordania, 60 anni, nel CIO dal 2010. Si presenta anche Sir Sebastian Coe, inglese, doppio campione ai Giochi nei 1500, presidente del comitato ai Giochi di Londra 2012, per la linea dura con la Russia. L’italiano Giovanni Malagò, attuale presidente del CONI. 65 anni, nel CIO dal 2019, ha tutte le carte in regola per farsi largo. Infine il ministro dello sport degli Emirati Arabi, Mansur in Zayd Al Nahyan, proprietario di numerose squadre di calcio a cominciare dal Manchester City, oltre ad una holding per l’intrattenimento sportivo. Ricco sfondato, favorevole al ritorno di Russia e Bielorussia nel CIO. Sponsorizza l’attività del professionismo dell’IBA e organizza i grandi eventi pro con Usik e Tyson Fury. Nel caso fosse eletto al vertice, si ipotizza il rientro della Russia, quindi dell’IBA, in seno al CIO. Mi chiedo in che modo. Anche se la potenza dei soldi è capace di rivoluzioni impensabili, sarebbe uno sconvolgimento o un sogno troppo epocale per essere vero. Comunque in Italia vi assicuro che non sono pochi coloro che sognano lo sconvolgimento.
Giuliano Orlando