Cristiano Doni vuota il sacco. L'ex capitano dell'Atalanta è stato interrogato per più di 90 minuti in Questura a Cremona in relazione all'inchiesta Last Bet sul calcioscommesse. Alla presenza del gip Guido Salvini e del pm Roberto Di Martino, Doni, attualmente in carcere, avrebbe deciso di rispondere e avrebbe ammesso pressoché tutti gli episodi contestati, negando però qualsiasi coinvolgimento del club orobico.
L'ex giocatore della Nazionale, secondo quando riportato dal suo avvocato Giovanni Pino, avrebbe offerto agli inquirenti una confessione completa, confermando le proprie responsabilità su alcuni addebiti - in particolare su Atalanta-Piacenza, nella quale segnò due reti, una delle quali su rigore procurato da Gervasoni, altro arrestato - e rivelando indicazioni considerate attendibili su altri. Doni avrebbe precisato in ogni caso di aver agito a titolo personale, escludendo rapporti con gruppi criminosi.
Secondo il legale, la posizione del trequartista nerazzurro dopo l'interrogatorio sarebbe alleggerita dal punto di vista penale. Per questo Pino ha immediatamente presentato la domanda per il ritorno in libertà del suo assistito o in subordine per la concessione degli arresti domiciliari. Nelle prossime ore, dopo il parere di Di Martino, Doni saprà se potrà trascorrere il Natale a casa.