La Serie A non si fermerà questo sabato. Il presidente della Figc Gabriele Gravina si è confrontato con il presidente del Coni Giovanni Malagò e coordinarsi con il Ministero dell’Interno e ha deciso di non sospendere il campionato, in programma sabato 29 dicembre.
“Credo che sia una risposta tangibile a chi crede di poter fermarci a causa di certi atteggiamenti violenti -ha dichiarato in diretta a SkySport 24-. Ho sentito un po' tutti in queste ore, dalla Lega Calcio al Governo, volevo sentire le varie riflessioni. Abbiamo deciso tutti insieme che si va avanti e si gioca”.
Il numero 1 del calcio italiano annuncia una risposta molto dura ai gravissimi fatti di domenica sera: “La linea dovrà essere molto dura. Sarà il giudice sportivo a decidere sull'aspetto sportivo anche se il Questore ha pieno diritto di proporre dei provvedimenti per salvaguardare l'ordine pubblico. È qualcosa che è accaduto fuori dall'evento sportivo, accaduto a un paio di km di distanza dallo stadio. C'è uno sviluppo di questa dimensione di violenza che ci preoccupa”.
Sull’aspetto dei cori razzisti contro il difensore del Napoli Koulibaly Gravina spiega: “La norma per i cori razzisti è chiara. C'è la possibilità di un funzionario di sospendere la gara, l'arbitro non ha questa possibilità. Dobbiamo chiarire con il Ministero come agevolare questa regola e renderla più semplice. Al momento l'unico soggetto che può sospendere la gara è il funzionario. Pensate a sospendere una gara simile come quella di domenica sera, anticipata anche da dichiarazioni particolari alla vigilia che sicuramente non hanno aiutato a calmare il clima in vista della partita di San Siro”.
E a proposito delle dichiarazioni del pre partita rilasciate sulla designazione arbitrale, in particolare da Aurelio De Laurentiis, il presidente difende l’operato di Mazzoleni: “L'arbitro di Inter-Napoli ha rispettato alla lettera il regolamento. Qualche dichiarazione dei giorni prima non ha certo aiutato a rendere tranquilla la partita. Ho intenzione di chiedere al Ministero dell'Interno un incontro per capire insieme come attivare un meccanismo di coordinamento tra mondo dello sport e ordine pubblico”.