SERATA MAGICA A MELEGNANO, UNA FESTA DI PUGNI E PUBBLICO.
di Giuliano Orlando
MELEGNANO. Assente da sempre, la boxe è entrata nella storica piazza della bella cittadina a Sud Est di Milano, nel modo migliore, offrendo boxe di qualità e ricevendo la migliore accoglienza da parte di tanto pubblico, molti i giovani e delle autorità cittadine, il sindaco Vito Bellomo, l’assessore allo sport Jessica Granata, la presidente del Consiglio Comunale Silvana Palma, dall’avvocato Pier Antonio Rossetti, presidente della Polisportiva Olimpia 2023, che ha dato la spinta necessaria alla proposta della Testudo Scuola di Pugilato di Alessio Taverniti, il giovane organizzatore, oltre che maestro dell’attivissima palestra omonima, che ha allestito una giornata tutta in guantoni, rendendo festosa la bella Piazza medicea, come non era mai accaduto in passato. L’avvio nel tardo pomeriggio con le finali delle Cinture Lombarde, che non solo ha galvanizzato l’ambiente ma hanno coinvolto moltissimi tifosi delle palestre che hanno portato i propri atleti a battersi per conquistare l’ambito trofeo. Undici sfide sentitissime, che hanno ricordato un passato non troppo lontano dove la boxe locale trovava motivi per la supremazia di campanile. A Melegnano di è ricreata questa piacevole atmosfera, fin dal primo incontro. Nei 51 kg. Trabelsi (Boxing School) allievo di Simone Verdicchio ha raccolto la cintura, dopo tre round contro il non meno valido Francesco Romeo della Ares Boxe di Marco Antognaccetti. Vittoria per una sfumatura, grazie al finale più deciso. Più o meno sulla stessa linea nei 54 kg. il risultato tra Sergio Franteddu (Boxe Island) genitori sardi e Al-Assi Fares, altro allievo di Verdicchio, assegnato al primo sul filo dell’equilibrio, spezzato grazie al rush dell’ultimo round. Più muscolare il confronto nei 57 kg. con Riccardo Bignami (Hage Team) del maestro Fabio Hage, che ha saputo essere più incisivo del pur valido Samuele Sferlazza (Rocky Marciano) allievo di Elvis Beiko, che ha ceduto alla distanza. Nei leggeri, il favorito Soufiane Mesrar della Segrate Boxe di Gianluca Mulas, ha confermato il pronostico da atleta dall’ottimo repertorio, offrendo boxe elegante e spettacolare, anche se il mancino Hamad Essam, allievo di Alex Gualandris della Boxe Madone nella bergamasca, ha venduto cara la pelle, cercando di sfruttare le lunghe leve, rispondendo con grande coraggio. Nei 63,5, Il marocchino Houari Hamza del gym di Madone, pur rischiando qualcosa ha tenuto botta, affidandosi all’allungo e alla maggiore statura nei confronti di Alessandro Bertorelli della Hage Boxe, che ha tentato in ogni modo di imporre la corta distanza, riuscendovi troppo raramente per sperare nella vittoria. Saltato il match nei 67 kg. tra Valet Kevit (Company of boxe) e Andrea Filoramo (Pug. Domino), rinviato alla settimana successiva. Il Little Gym sito a Sesto San Giovanni del coach Alessandro Merafina ha portato ben tre pugili in finale. Due ori con Giacomo Abruzzini (71) e Valerio Mantovani (80), argento a Amefiam Paul (86) il gigante del Camerun, sfiorando la vittoria clamorosa nel secondo round, facendo contare l’indomabile Andrea Bertoni della Gold Accademy di Brescia. Nel terzo uno scatenato Bertoni ha imposto lo scambio, centrando un destro preciso al mento di Amefiam, che l’arbitro Licini dopo il conteggio ha ritenuto non in grado di proseguire. Hanno vinto Abruzzini contro Gianluca Merone (Boxing Team Vittoria) di Alessandro Mandelli dopo un testa a testa infinito, mentre Mantovani ha compiuto l'impresa di costringere alla resa il campione lombardo Lamine Babadji, centrato da un destro bomba nel secondo tempo. Mantovani è stato premiato come il miglior pugile del torneo. Inferiore alle attese la finale dei medi, tra Renato Nasufi allievo del maestro Ottavio Caloi e il mancino Edoardo Giammetta (Company of boxe) di Matteo Bonelli. Pur battendosi strenuamente, il livello tecnico è stato modesto. Nei 92 kg. il longilineo Alessandro Capuzzi ((Boxe Team Ruzze) di Rauseo Gianni ha imposto la migliore impostazione, dominando col jab sinistro e il crochet destro tutto il match, nonostante la volontà di reazione di Matteo Frison (KBK Fighting Club) di Giuseppe Genna, troppo impreciso e discontinuo. L’ultima cintura (+92) è stata assegnata con una certa generosità al più giovane Shady Abdou (21 anni) della Pugilistica Domino di Pino Caputo, preferito a Francesco Catania (Imperium Team Boxe) più attivo nella prima parte, poi troppo ostruzionista con retromarce per il ring, negative. Il campione si portava almeno 25-30 kg. superflui. Dopo la maratona in maglietta, la parte serale era riservata al professionismo e il pubblico non è diminuito, semmai è aumentando. Per la gioia di Alessio Taverniti, che temeva la stanchezza dopo tanta boxe dilettantistica. Un premio anche per i tanti volontari che hanno aiutato la Testudo, in particolare la signora Ilaria Santangelo, consorte di Alessio e Paola Baracco che ringrazio personalmente che, dopo avermi procurato tavolo e sedia per svolgere il mio lavoro ha avuto la gentilezza di portarmi il caffè. A bordo ring, il presidente lombardo Massimo Bugada, l’anima di questi progressi costante e la consigliera federale Rigatti Carlotta, rientrati da Roma, dove si è svolto il Consiglio Federale, che ha avuto come costante il nulla di fatto in merito alla situazione di conflitto aperto tra CIO e IBA. A gestire il rispetto assoluto delle norme organizzative Luca Rigolfi, capace col sorriso di frenare l’eccessivo zelo degli allenatori. Il supermedio Daniele Reggi (6), nato e cresciuto alla Scuola di Pugilato Testudo, avrebbe dovuto affrontare il marchigiano Andrea Cannoni (0-15), datosi indisponibile all’ultimo momento. La situazione è stata salvata dal siciliano Ignazio Di Bella (2-31) che ha accettato l’improvviso impegno. Dire che la sfida abbia toccato punte emozionanti, sarebbe una bugia col rischio di farmi crescere il naso. Al momento di misura giusta. Reggi ha svolto una buona seduta di allenamento, senza affondare e Di Bella ha svolto il ruolo di collaudatore. Taverniti che ha le idee chiare, mi ha già informato che il prossimo impegno di Daniele sarà ben diverso e molto impegnativo. Valutando realmente a quali traguardi può ambire. In precedenza ha disputato il secondo incontro da pro, Jessica Bellusci, larga vincitrice della fiorentina Antonina Cuti (0-1), che ha alternato vari sport da combattimento, confermandosi generosa al massimo, portandosi dietro l'impostazione di chi usa le gambe per offendere e non per creare equilibrio nell’attacco con le braccia. Per questa ragione ha sopportato per i sei round la pressione della lombarda, una vera tritasassi, con grande autonomia offensiva. Tutto bene? Secondo il suo maestro Antognaccetti questa è la tattica giusta. Personalmente ritengo che in vista di impegni meno facili, con avversarie che sanno spostarsi e colpire alla distanza, le cose si complicheranno e non poco. Jessica avanza frontale e rigida, senza difesa e l’uso di colpi lunghi. Lacuna che deve assolutamente essere migliorata. Così la pensa il sottoscritto. La sfida conclusiva era riservata al giovane Alex Foglia (6) seguito all’angolo da papà Salvatore e dal maestro Stefano Sirtori lo scopritore di Stefania Bianchini, la prima italiana giunta al mondiale. Per l’occasione è stato scelto l’esperto piemontese Alfredo di Bortolo (5-12) veterano del ring, che avrebbe dovuto impegnarlo severamente. Nel segno della causa ed effetto, il match è stato a senso unico e anche un po’ stucchevole. Nessuna colpa di Foglia che ha svolto la giusta tattica di usare le gambe con intelligenza, evitando lo scontro frontale, spostandosi di continuo, mentre Di Bartolo invece di incrociarlo si lanciava in avanti, ricevendo diretti e montanti in continuazione. Neppure lo sprone all’angolo ha migliorato la situazione. Troppo preciso e rapido Foglia, troppo lento e prevedibile l’avversario. Sei riprese a zero per il mancino di Vanzago e la necessità di fare il salto verso la zona tricolore in tempi non troppo lontani. Un particolare non indifferente, la manifestazione è stata allestita all’aperto, sperando che Giove Pluvio fosse del giusto umore di spostarsi altrove. Con la precisione di un crono svizzero, alle 24 e dieci, a riunione conclusa, grossi goccioloni hanno fatto ingresso sulla piazza e pochi minuti dopo la pioggia ha iniziato a scendere copiosa sulla piazza. Tutti nei bar a commentare la bella serata, tra pizze e bevande varie. Al coperto.
Giuliano Orlando