Lo psicodrammatico campionato della Samp finisce nel peggiore dei modi: i blucerchiati perdono 2-1 in casa col Palermo e retrocedono in serie B con una giornata d'anticipo. Una delusione che arriva, ironia della sorte, a 20 anni esatti di distanza dallo scudetto, conquistato dopo un 3-0 contro il Lecce. Oggi però è il Lecce, vittorioso 2-0 nel derby col Bari, a gioire. Alla faccia di chi aveva già annusato aria di torta, la gara è stata l'apoteosi della regolarità: il Palermo, nonostante gli impegni di Coppa Italia, ha giocato a viso aperto senza regalare niente all'avversario. E nonostante la disastrosa direzione di gara di Mazzoleni, il risultato è sostanzialmente giusto per quanto visto in campo.
L'ultima gara interna della Samp in A ha messo in evidenza, se ce ne fosse ancora bisogno, tutti i limiti offensivi e difensivi della rosa. Dal primo al 45' i blucerchiati hanno attaccato senza sosta, dominando le fasce con un ottimo Biabiany e Guberti, e sfiorando il gol con Maccarone (10') e Tissone (26'). Nemmeno l'infortunio di Gastaldello complica i piani: al 30' arriva il meritato vantaggio, ma la zampata sotto misura di Pozzi viene misteriosamente annullata per un fuorigioco che non c'è. E come massima punizione, il remissivo Palermo passa in vantaggio con Miccoli in pieno recupero.
Il copione della ripresa è scontato: Samp di stanza nella metà campo palermitana, infinita serie di corner collezionati, e alla fine anche il gol del pareggio con Biabiany, che al 5' della ripresa carica Benussi e segna, con l'arbitro che convalida secondo il vecchio teorema per cui due ingiustizie messe insieme fanno giustizia. Il gioco si addormenta, la Samp continua a insistere, spinta da Palombo e dall'inarrestabile Guberti, ma si sfianca perché il Palermo resiste senza affanno. Le soluzioni offensive proposte da Cavasin adesso si limitano al corner di Palombo, e alla speranza che qualcuno la butti dentro. Ma l'insidia è dietro l'angolo, e si chiama contropiede. Pinilla all'86' riporta in vantaggio i rosanero e materializza i peggiori incubi dei tifosi doriani. La radio dice che il Lecce vince 2-0, la Serie B è un'amara realtà. E in cinque minuti a Palombo e compagni non riesce il miracolo.
Prima del triplice fischio finale, la tensione e la frustrazione salgono, ma è la delusione a dominare la scena. Che si conclude con lo stadio in lacrime ad applaudire Palombo, in lacrime sotto la curva come a chiedere scusa al suo popolo di questa annata disgraziata, iniziata con un sogno di Champions League e terminata come il peggiore degli incubi.