Incredibile quanto sta accadendo in questi giorni al Milan dal punto di vista societario. Nel giro di poche ore, si è passati da un possibile ingresso di un nuovo socio, Rocco Commisso, all'offerta, fatta dall'italoamericano, rifiutata da Yonghong Li. Questo perché l'attuale proprietario del Milan avrebbe trovato i 32 milioni da restituire al fondo Elliott entro il 6 luglio. Un improvviso cambiamento che non fa bene né al presente né, soprattutto, al futuro della società rossonera, in campo e fuori.
Andando con ordine: sembrava tutto fatto per l'accordo tra Li Yonghong e Rocco Commisso, italoamericano che possiede già una squadra, i New York Cosmos, e ha alle spalle la banca d'affari Goldman Sachs. Al nuovo investitore sarebbe andato il 20% delle quote del Milan. Poi, però, il dietrofront: Li avrebbe trovato i 6 milioni da restituire al fondo Elliott, ma il 13 ottobre dovrà restituirne ben 303 più gli interessi. Una scelta, quella dell'attuale proprietario del Milan, che crea non pochi problemi, sia dal punto di vista sportivo che economico.
Commisso, infatti, sarebbe infuriato per il clamoroso ed improvviso passo indietro di Li Yonghong, e potrebbe scatenarsi un'asta con la famiglia Ricketts, altro potenziale acquirente delle quote. Ma soprattutto, ora è a rischio il futuro nelle coppe Europee del Milan. Perché l'Uefa ha tardato ad emettere la sentenza in attesa degli sviluppi societari. La continuità aziendale, infatti, è uno dei punti che hanno portato alla non concessione del voluntary agreement a metà dicembre 2017 e al settlement agreement dello scorso 22 maggio. E a questo punto, senza la continuità aziendale, ottenere clemenza anche attraverso il Tas di Losanna sarà impossibile. Dovesse persistere questa situazione, l'uscita di scena dall'edizione 2018/2019 (se non anche quella successiva) dell'Europa League, con annessa multa, sarebbe quasi ufficiale. Già pronta, inoltre, anche la sanzione di 30 milioni, da pagare, però, non in un'unica soluzione e non tutti subito.