di Francesco Montanino
Il Milan saluta i propri tifosi con un pirotecnico 3-3 con la Salernitana, fanalino di coda del campionato, e chiudendo con un pizzico di amarezza una stagione fra alti e bassi che lo colloca quale seconda forza del torneo, dietro la dominante Inter di Simone Inzaghi.
Davanti a un “San Siro” da un lato ancora polemico con la dirigenza, così come attestato dalla comparsa di alcuni striscioni abbastanza eloquenti in Curva Sud, e dall’altro desideroso di tributare il suo ultimo applauso a Olivier Giroud e a Stefano Pioli entrambi visibilmente emozionati, i rossoneri hanno fornito una prestazione a corrente alternata: a un primo tempo di grande intensità, ha fatto infatti da contraltare una ripresa disputata in maniera troppo molle e distratta che non ha permesso di ottenere una vittoria che dopo i primi 45’ di gioco sembrava cosa fatta. Un errore di presunzione pagato a caro prezzo, così come testimonieranno poi le due reti nel finale realizzate da Sambia e Simy che hanno fissato il punteggio sul definitivo 3-3.
Il taccuino subito si riempiva perché già al 3’ ci provavano Giroud e Leao a mettere a ferro e fuoco la retroguardia granata con Fiorillo costretto agli straordinari soprattutto sulla conclusione ravvicinata del francese. La scena si ripeteva all’11’ quando Pulisic provava il diagonale senza però sorprendere l’estremo difensore della Salernitana.
Il Milan continuava a gestire a piacimento, e a cavallo fra il 22’ e il 27’ assestava un micidiale uno-due: dapprima era Leao, lesto ad approfittare di una clamorosa papera di Fiorillo, a sbloccarla; poi era l’attesissimo Giroud a raddoppiare sugli sviluppi di un corner, con una spettacolare acrobazia delle sue a mandare in visibilio i tifosi rossoneri. Il canovaccio del match naturalmente non cambiava, e al 32’ l’estremo difensore granata trovava quanto meno il modo di rifarsi parzialmente dell’erroraccio che era costato il primo gol, compiendo un grande intervento su tentativo ravvicinato di Tomori. Al 37’ Theo Hernandez triplicava, ma il gol era annullato dal VAR che rilevava un fuorigioco di partenza da parte di Leao che aveva avviato e rifinito l’azione, con il passaggio all’indietro per il francese.
La frazione di gioco si concludeva con un colpo di testa – ancora una volta sugli sviluppi di calcio d’angolo – di Gabbia che però trovava sulla sua strada un Fiorillo, stavolta in vena di prodezze.
La ripresa si apriva con la Curva Sud che, dopo il silenzio dei primi 45’, iniziava a sostenere incessantemente i propri giocatori: la nebbia dei fumogeni e l’esplosione di diversi petardi (resterà sempre un mistero il modo con cui certi ordigni entrano negli stadi con grande facilità, ma tant’è….) facevano per una quindicina di minuti da corollario a un secondo tempo in cui i rossoneri mollavano un po' la presa, e la Salernitana ne approfittava per avanzare il baricentro della propria azione.
Niente di eccezionale, per intenderci. Ma tanto bastava per mettere in difficoltà un Diavolo che appariva decisamente svagato e non più sul pezzo. Dopo una conclusione insidiosa del solito Candreva, al 64’ arrivava il gol del neo entrato Simy che – sugli sviluppi di un corner letteralmente regalato da Tomori – colpiva di testa in maniera pressoché indisturbata, con la difesa milanista inspiegabilmente ferma. Il Milan sbandava, e due minuti dopo lo stesso nigeriano impegnava severamente Mirante, che alzava oltre la traversa su un altro colpo di testa ravvicinato. A togliere però le castagne dal fuoco, ci pensava Calabria (77’) che con un preciso colpo di testa su bel cross di Pulisic, trafiggeva per la terza volta Fiorillo.
Sembrava essere la pietra tombale sul match, ma così non era perché Sambia e Simy approfittavano del clima da vacanza anticipata della retroguardia rossonera, per ripristinare un’insperata e incredibile parità nello stretto giro di 120 secondi! Infatti, dapprima all’87’ il difensore beffava Mirante con un preciso rasoterra e poi due minuti dopo l’ex Crotone non doveva far altro che spingere in rete una respinta di Nava (che nel frattempo aveva sostituito Mirante) su conclusione di Tchaouna.
Il serrate finale degli uomini di Pioli non sortiva risultati apprezzabili, e così le ultime emozioni della stagione le regalavano soprattutto i saluti di Kjaer (“sono stato per quattro anni in una famiglia”), Giroud (che ringraziava Pioli e Ibrahimovic prima di essere, ancora una volta, applaudito dal pubblico di fede rossonera) e infine lo stesso Pioli, che non lesinava parole al miele per tutti.
È già dunque futuro in casa milanista, con Pioli che – come evidenziato - non siederà più sulla panchina rossonera dopo il comunicato stampa di ieri con il quale il tecnico di Parma è stato sollevato dall’incarico e la scelta del nuovo allenatore che – stando ai rumors di calciomercato – dovrebbe essere l’ex Roma, Paulo Fonseca.
In attesa di avviare la costruzione del roster per la prossima stagione, intanto i rossoneri saranno di nuovo in campo venerdì prossimo a Perth in Australia, in un’amichevole contro la Roma organizzata per ricordare la memoria di Agostino Di Bartolomei che ha militato in entrambe le formazioni, a 30 anni esatti dalla sua tragica scomparsa.
Francesco Montanino