Elliott inizia a muoversi all'interno del Milan, e le prime mosse del fondo non saranno certamente indolori per l'attuale board dirigenziale del club rossonero. Il fondo speculativo statunitense ha rilevato il club dopo che Yonghong Li non ha restituito i 32mln dell'aumento di capitale anticipato da Elliott, muovendo così in anticipo rispetto alla scadenza naturale del robusto prestito da 300mln elargito al Milan (ottobre 2018): di fatto, il patron cinese ha manifestato tutta la propria inconsistenza finanziaria, rendendo così possibile l'escussione del debito e il takeover di Elliott. La prima mossa del fondo è stata quella di elargire 50mln di aumento di capitale per aiutare la società rossonera a gestire al meglio le esigenze di cassa e il calciomercato, e ne seguiranno molte altre: d'altronde Elliott, contrariamente a quanto si pensava inizialmente, ha deciso di tenere il Milan per un periodo di tempo, così da ''stabilizzarlo finanziariamente ed economicamente'', riportarlo all'antico splendore e poi poterlo rivendere a una cifra più alta tra 12-24 mesi.
L'idea di fondo è simile a quella messa in pratica da Unicredit, che rilevò la Roma e la cedette a Di Benedetto/Pallotta solo dopo averla rimessa parzialmente in sesto, e il takeover di Elliott si preannuncia come più invasivo per la società rossonera. Innanzitutto quest'oggi ci sarà il CdA che sancirà l'espulsione di Yonghong Li dal Milan e dei suoi uomini di fiducia dal CdA rossonero: questo passaggio dovrebbe diventare ufficiale il 21 luglio, ma intanto Elliott agirà liberamente, e nessuno deve sentirsi al sicuro. Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli, che con le loro mosse sciagurate sul mercato e una campagna acquisti da 300mln hanno contribuito ad aumentare i dubbi dell'UEFA e indurre all'esclusione dall'Europa League 2018-19, sono in bilico: Elliott vorrebbe inserire nel board un ad di ampio respiro internazionale che sappia far crescere il club, a maggior ragione dopo che l'UEFA nelle motivazioni della sentenza ha accusato il club di aver mentito sui ricavi cinesi, promettendo entrate per 277mln e inserendone poi a bilancio 128. E anche Mirabelli è sulla graticola: si parla con sempre maggior insistenza dell'arrivo di Giuntoli dal Napoli, magari a gennaio per evitare di creare incidenti diplomatici con gli azzurri. Insomma, l'unico certo di restare è Gattuso, mentre nelle stanze del potere molto potrebbe cambiare: Elliott cercherà di agire così per convincere l'UEFA a rivedere la sanzione sui rossoneri, condannandoli magari a un settlement agreement piuttosto che all'esclusione dall'Europa. Non sarà facile, ma il tentativo è in corso, e il fondo pensa anche ad altro: Riccardo Silva, ex ad di Milan Channel (ed ex proprietario di MP&Silva) e attuale presidente del Miami FC, potrebbe entrare come ad o come socio di minoranza, mentre Paolo Maldini otterrebbe un ruolo dirigenziale simile a quello di Totti alla Roma e Zanetti all'Inter. Il Milan cambia, e vedremo nei prossimi giorni quali saranno le reali conseguenze del takeover di Elliott.