Per prendere il controllo del Milan l'italo-americano non è però disposto ad essere flessibile e vuole subito il controllo totale sulla società: "Sia chiaro, prima devo avere un accordo vincolante. Non accetterei mai di essere in minoranza. Il club deve essere mio perché credo di poterlo gestire e farlo tornare ai massimi splendori -ha spiegato, aggiungendo poi- Questo Milan sette volte campione d'Europa ha una tradizione e una storia di valenza mondiale e non merita di essere trattato così. Ipotesi altri club? No. Il Milan è il Milan, con una tradizione che non tutti i club italiani o mondiali possono vantare".
Un ultimo pensiero è stato dedicato da Commisso alle conseguenze della decisione Uefa sull'esclusione dalle coppe europee: "Il club ha bisogno di un azionista competente e solido per affrontare non solo le conseguenze della squalifica Uefa, ma anche e soprattutto il futuro. Noi abbiamo svolto i nostri compiti e abbiamo lavorato con la massima onestà -dice- ma non riusciamo a capire come mai il presidente Li esiti a concludere, pur sapendo che in caso di mancata fidejussione dei 32 milioni al fondo Elliott potrebbe perdere tutto" Conclude