Ieri sera, a Marassi, è andata in scena un'altra brutta pagina del calcio e del tifo italiano. Al 76', infatti, i tifosi della Sampdoria hanno fatto partire cori discriminatori nei confronti del Napoli, obbligando Gavillucci, direttore di gara della sfida del Ferraris, ad interrompere la sfida per tre minuti. A condannare l'episodio lo stesso Ferrero, presidente del club blucerchiato, ma in giornata è arrivata la risposta ben più rumorosa di Luigi de Magistris, sindaco di Napoli e tifoso della squadra partenopea. "L'immagine di ieri di Genova, ma anche frasi, volti e parole, sono indecenti e discriminatori, inqualificabili".
Il primo cittadino di Napoli non si è insomma risparmiato nel commentare quanto accaduto a Marassi: "C'è odio nei confronti della città, e si arrabbiano perché senza soldi né aiuti siamo cresciuti in cultura e turismo, vincendo lo scudetto dell'onestà e del bel calcio. Sono cori davvero indecenti nei confronti di una città e di un popolo straordinari. Noi napoletani dobbiamo imparare a difenderci, reagendo con forza, ma allo stesso tempo con efficacia e signorilità, cercando di sopportare delle discriminazioni che, però, stanno superando ogni limite. Non si può più andare avanti in questo modo". Ai cori razzisti, intanto, in mattinata è seguito un atto ancora più deplorevole: a Mondragone, paese in provincia di Caserta, sono stati appesi dei manichini con le maglie del Napoli, lo striscione "Avevano un sogno nel cuore" e la scritta "1897", anno di fondazione della Juventus.