Con una settimana di ritardo rispetto a Germania, Spagna e Inghilterra e con due nei confronti della Francia, il campionato italiano di calcio apre i battenti nel weekend. Tutti a caccia dell'Inter ma l'addio di Conte, oltre a quelli di Hakimi e Lukaku, di fatto ridisegna una gerarchia tutt'altro che chiara, con diverse outsider che potrebbero anche sognare in grande.Partendo dalla detentrice del titolo, dopo il vortice negativo generato dalla rottura con Conte a pochi giorni dalla vittoria dello Scudetto tanto bramato, la dirigenza ha deciso di affidare le chiavi della panchina, dopo un casting durato qualche giorno, a Simone Inzaghi. Lungi dal paragonare la carriera da allenatore dei due, i dirigenti hanno vinto nell'ex attaccante e tecnico della Lazio l'uomo giusto per il nuovo corso nerazzurro, non perdendo quel filo conduttore in chiave tattica: sia Conte che Inzaghi, infatti, si sono sempre affidati al 3-5-2, modulo che ha permesso ai due tecnici di ricavare il massimo dall'organico a disposizione. Ed è proprio il tema relativo alla rosa che ha rotto quell'idillio creatosi con Conte, al quale era stata comunicata dalla società la necessità di vendere almeno due pezzi pregiati, in un ottica di ridimensionamento economico che, nei pensieri del fumantino tecnico salentino, era tradotto anche in campo. Inzaghi, invece, ha accettato di buon grado la proposta nerazzurra dopo un ottimo percorso alla Lazio, con tanto di qualificazione in Champions League centrata due stagioni fa. I tifosi nerazzurri, però, si chiedono se gli acquisti di Calhanoglu, Dzeko e Dumfries - in attesa della fine del mercato - possano bastare per lottare per le prime posizioni, consapevoli che servirà un'impresa per bissare il trionfo di un anno fa.
In ordine di classifica, poi, i fari sono puntati sul Milan, una delle due società tra le prime sette ad aver confermato il proprio allenatore. Gli addii di Calhanoglu e Donnarumma, però, hanno lasciato un vuoto, colmato parzialmente da Maignan, portiere nel giro della Nazionale francese e campione di Francia con il Lille mentre i dirigenti cercano di chiudere per un trequartista che possa sostituire il turco, approdato sull'altra sponda del Naviglio. A pochi giorni dall'inizio del campionato, il colpo dei rossoneri si chiama Olivier Giroud, arrivato dal Chelsea e pronto a dare manforte al reparto offensivo, complice anche la tenuta fisica non più eccezionale di Zlatan Ibrahimovic. Sul Milan ci sono diversi punti di domanda ma, così come l'Atalanta, i rossoneri hanno il vantaggio di ripartire da un allenatore già rodato che conosce appieno pregi e difetti della sua squadra. È anche questo il caso di Gian Piero Gasperini che, rispondendo anche pubblicamente alle accuse lanciategli dal Papu Gomez sui motivi della rottura tra l'ex capitano e l'Atalanta, ha un'idea di calcio concreta e precisa e non intende scendere a compromessi. L'Atalanta presenta diversi volti nuovi e non è da escludere che, da qui al 31 agosto, il mercato possa aggiungere giocatori da inserire nell'organico orobico ma gli arrivi di Demiral e Musso, che prenderanno il posto di Romero e Gollini, evidenziano la volontà dei Percassi di rimanere ai piani alti e, perché no, sognare anche l'exploit.
L'anno scorso, con Pirlo in panchina, la Juventus rischiò di non centrare la qualificazione in Champions League, arrivata all'ultima giornata grazie al pareggio del Napoli in casa contro l'Hellas Verona. Il tecnico bresciano, al primo anno alla guida di un club, ha chiuso con il quarto posto e con due titoli (Coppa Italia e Supercoppa) in bacheca ma i risultati non sono stati sufficienti per ottenere la fiducia di Agnelli e della dirigenza che hanno optato per il ritorno di Max Allegri. A detta di molti addetti ai lavori, un tecnico così esperto e inserito nel mondo Juve permette ai bianconeri di colmare il gap evidenziato nella passata stagione. L'arrivo di Locatelli impreziosisce il centrocampo della Vecchia Signora, uno degli anelli deboli della gestione targata Pirlo ma il mistero CR7 è tutt'altro che risolto e il rinnovo di Dybala tiene banco. E sarà interessante capire se l'allenatore livornese, dopo due anni fermo ai box, saprà adattarsi ad un nuovo calcio, con cinque sostituzioni e con avversari rodati e pronti ad inserirsi nella corsa per le prime quattro. Come Allegri, anche Luciano Spalletti torna ad allenare dopo due anni trascorsi lontano dai riflettori: l'ex Inter e Roma ha accettato la proposta del Napoli e punta a rimarginare la ferita generata dal pareggio clamoroso al Diego Armando Maradona contro il Verona all'ultima giornata quando una vittoria avrebbe portato la squadra di Gattuso dritta in Champions League. I partenopei devono ancora risolvere la grana Insigne: il capitano ha il contratto in scadenza nel 2022 ma i segnali in merito al rinnovo non sono positivi, tanto che si inizia a spargere la voce di un interesse, tra le altre, dell'Inter non solo a parametro zero tra un anno. Il Napoli, al momento, non ha formalizzato nessun acquisto e punta sulla rosa della passata stagione, con la speranza che il mix tra esperienza e gioventù. Diverso il caso di Lazio e Roma che, per ripartire, hanno fatto una scelta forte: da un lato Maurizio Sarri che, dopo aver vinto con Chelsea e Juve, torna in azione in una nuova realtà, dall'altro Josè Mourinho, tornato in Italia dopo il flop al Tottenham. Entrambi hanno a disposizione una buona base di partenza ma sarà necessario che siano proprio i due tecnici a valorizzare ancor di più il talento dei rispettivi giocatori. Solo in questo caso, la gerarchia di un anno fa potrebbe venire ridisegnata o, addirittura, stravolta. La Serie A più incerta degli ultimi dieci anni è pronta a partire e l'emozione al primo fischio di inizio è quello della prima volta. E quest'anno ancor di più, per la parziale riapertura degli stadi a tifosi.