Il Parma rischia, dato che la Procura Federale ha chiesto un -2 da scontare nello scorso campionato (che annullerebbe la promozione in Serie A) o un -6 da scontare nella Serie A 2018-19 per il tentato illecito di Calaiò (per cui sono stati chiesti 4 anni di squalifica), ma il Chievo rischia ancora di più. I clivensi sono sotto processo per il noto scandalo-plusvalenze che li aveva coinvolti insieme al Cesena, che però eviterà ogni tipo di sanzione perchè ufficialmente fallito e non si iscriverà al prossimo campionato di Serie B, ripartendo dai dilettanti con una nuova società dopo il tracollo seguito alla mancata risoluzione della situazione debitoria del club. Nella fattispecie, Chievo e Cesena si scambiavano giovani giocatori di dubbio valore, che venivano prima messi a bilancio con cifre assurde e standard (1mln, 2mln, 4.5mln) e poi prestati in D o Eccellenza, confermando dunque che la spesa non era giustificata dalle effettive doti del ragazzo: i giocatori stessi non sapevano nulla, come svelato dall'inchiesta portata avanti da Moreno Morello di ''Striscia la notizia'' dopo le segnalazioni del noto giornalista d'inchiesta Pippo Russo e di vari organi di stampa, e il loro valore di mercato veniva gonfiato fino al 9000% nei bilanci.
E, nella fattispecie, chi ha beneficiato maggiormente della questione è stato il Chievo, dato che i giocatori entravano nella rosa del Cesena, che versava cifre-monstre ai veronesi. Ecco perchè il Chievo rischia grosso in un affare che coinvolge 15 operazioni con trenta giocatori coinvolti, e quest'ogi è arrivata la dura richiesta della Procura Federale durante il processo che coinvolge il club: -15 punti nella Serie A appena conclusa, un dato che farebbe finire il Chievo a 25 punti e al 19° posto, che significherebbe retrocessione in B. Quanto fatto dal Chievo in sede di bilancio, nonostante le smentite della società, equivale di fatto a un illecito sportivo, soprattutto perchè le nuove normative sull'iscrizione ai campionati chiedono anche di avere i conti in regola. E così il Chievo rischia seriamente la retrocessione, dato che basterebbero sei punti di penalizzazione nella scorsa stagione per farlo scivolare al terzultimo posto. Per Campedelli, patron clivense, sono stati chiesti 36 mesi di inibizione. Una mossa che non è piaciuta a Marco De Luca, legale del Chievo: ''Mi aspettavo una richiesta pesante, perchè quando si ha torto spesso si prova a suggestionare il tribunale. La proposta di deferimento è debole, contiene errori marchiani nei numeri e in sede procedurale - prosegue l'avvocato -. La Procura si è rifiutata di ascoltare Campedelli, e speriamo nel non luogo a procedere perchè questo è inaccettabile: abbiamo subito un deferimento infondato''. Resta da capire, dunque, cosa succederà al Chievo: sarà retrocessione o salvezza in sede di tribunale? Il Crotone, che rileverebbe i gialloblù in Serie A, spera.