La Serie A è il campionato con più calciatori sotto contratto al mondo. Questo è ciò che segnala il sito Transfermarkt.it, secondo il quale la nostra massima competizione ha 595 tesserati, ben 65 in più rispetto alla Premier (che ne conta 530) e 112 in più della Liga (483). Insomma una trentina di elementi per ogni rosa. Numeri impressionanti, soprattutto se si considera che sia quello inglese che quello spagnolo hanno un appeal e un valore di mercato decisamente più alto del nostro (così come recita anche la classifica Uefa, nella quale ci ha superato persino la Bundesliga tedesca).
L'abbonza di giocatori nei club porta inevitabilemnte a panchine e tribune stracolme di "scontenti". Prendiamo ad esempio Eljero Elia: l'esterno della Juventus, approdato in bianconero quest'estate dall'Amburgo per una cifra intorno ai 9 milioni di euro, non trova spazio nei piani di Antonio Conte. Lo stesso discorso può essere fatto per Stephan El Shaarawy: il "Piccolo Faraone", acquistato dal Genoa con la formula della comproprietà da parte del Milan, finora è stato utilizzato pochissimo da Massimiliano Allegri. E che dire di due bomber di spicco come Filippo Inzaghi e Marco Borriello? Il primo, colui che ha siglato ben 69 reti nelle competizioni intercontinentali, gioca con il contagocce tra i rossoneri. E stesso discorso vale per il centravanti della Roma, che in questa sessione estiva è stato più volte vicino all'addio in giallorosso, salvo poi restare nella capitale.
E questi sono giocatori di primissimo livello. Pensate a quanti talenti faticano a emergere in tutta questa abbondanza. Tra l'altro c'è da considerare che la Serie A conta più tesserati di tutti gli altri campionati, ma il monte ingaggi complessivo è nettamente inferiore alla Premier League (3,3 miliardi di euro contro i 2,2 del nostro campionato, sempre secondo i dati riportati da Transfermarkt.it). E il tutto non può non fare pensare alla vicenda legata al contratto dei calciatori che ha slittato l'inizio del nostro campionato: l'accordo tra l'Aic e la Lega non fu firmato a causa di divergenze sull'articolo sui cosiddetti 'fuori rosa'. Segno che i presidenti non spendono più di tanto, ma comprano comunque troppi giocatori.
Questa abbondanza non può che scontentare alcuni professionisti. Ed è ancora più grave se si pensa che c'è gente che ha uno stipendio oneroso, in alcuni casi molto oneroso, tanto da rendere difficilissima la loro vendita (vedi Amauri nella Juventus). Il calcio italiano è in declino: precipitati al quarto posto nel ranking Uefa a discapito della Germania (che conta molti meno giocatori e un monte ingaggi complessivo inferiore), ora siamo tallonati daFrancia e Portogallo. Un segno sconfortante che ci allontana dai livelli interazionali più alti. Ed è forse il segno che non serve comprare troppo, ma serve comprare bene.
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