Votiamo. Siamo entrati nel 2011, bisognerebbe premiare (o stangare) i direttori sportivi che si sono sbattuti nel 2010. Non sempre con grandi risultati, talvolta con gravi incompiute. E che avranno, a partire da oggi, giorno di apertura del mercato invernale, la possibilità di riabilitarsi.
ANGELOZZI (Bari) 5 – Cassaforte più vuota che piena, quindi molti alibi. Ma qualche idea in più non sarebbe stata malvagia.
LONGO (Bologna) 4,5 – E’ rimasto al calcio di vent’anni fa. Ha fatto confusione, parecchia, perdendo parecchio tempo e gestendo male. Serve un sostituto, con urgenza.
NANI (Brescia) 5 – Quando parla, sembra il padrone del mondo. Alla prova dei fatti, tanta confusione. Dove sarebbe andato se non lo avesse richiamato Corioni?
CELLINO (Cagliari) 7 – Il presidente è anche direttore sportivo. In una parola: tuttologo. Buone strategie, avrebbe meritato un maggior ritorno dall’operazione Acquafresca.
LO MONACO (Catania) 7 – Non fosse altro perché compra a due e vende a dieci. Soprattutto: impiega i soldi delle plusvalenze per una meravigliosa Cittadella dello sport, inaugurazione a fine mese.
MINOTTI (Cesena) 5 – Poco pratico e molto inesperto. La persona sbagliata nell’anno più importante, il ritorno in serie A.
SARTORI (Chievo) 7,5 – Idee tantissime, sarebbe un esempio per chi (Larini, Nani, Longo, Tosi) gonfia il petto senza un motivo. Thereau, Constant e Fernandes altri tre capolavori.
CORVINO (Fiorentina) 5,5 – Ha le attenuanti generiche, dopo anni di successi ha pagato lo scarso entusiasmo della proprietà. Avrà commesso alcuni errori, ma il suo bilancio personale è in attivo.
CAPOZUCCA (Genoa) 6 – Il mercato estivo è stato abbondante, peccato non abbia pagato. Con il senno di poi (e forse di prima) si può dire che un triennale a quelle cifre a Luca Toni andava evitato.
BRANCA (Inter) 5 – Aveva in pugno Hernanes e Cavani, se li è fatti sfuggire. Gode di ottima stampa, ma del 2010 restano i cinque trofei e non le sue iniziative.
MAROTTA (Juventus) 7 – Era l’anno della rifondazione, difficilissimo e ricco di ostacoli. Ha superato la prova con perizia e coraggio.
LOTITO (Lazio) 7,5 – Mi perdoni Tare, ma il vero direttore sportivo è Lotito. E stavolta ha indovinato quasi tutto, partendo dalla brillante operazione Hernanes.
FENUCCI (Lecce) 6 – Avrebbe altre mansioni, che tra l’altro svolge brillantemente. Sul mercato è un neofita, ha cercato di difendersi.
GALLIANI (Milan) 8 – Tre ottime operazioni in estate (Boateng, Ibrahimovic, Robinho), una prima di Natale (Cassano). Non sottovaluto Braida, ma quando bisogna chiudere c’è sempre Adriano. Prossimi obiettivi: Mexes (gennaio o giugno) e Lamela (giugno).
BIGON (Napoli) 7 – E’ giovane, ai primi giri. Ci ha messo la faccia, non si è smontato, ha portato a casa Cavani, sfoltendo l’organico.
SABATINI (Palermo) 7 – Dimissionario, ma protagonista la scorsa estate. A Zamparini 7,5 in generale, 5 per l’operazione Cavani: ha incassato pochi soldi, sapeva che avrebbe dovuto chiedere di più.
LEONARDI (Parma) 7 – Ha tutelato il bilancio alla grande, vedi la doppia – recente – operazione con il Genoa. I risultati non sono arrivati anche per sfortuna. Ma il suo lavoro non si discute.
PRADE’ (Roma) 6,5 – Soldi quasi zero, idee molte. Poco da eccepire.
TOSI (Sampdoria) 4 – Qualcuno si è accorto della sua presenza dal momento della nomina?
LARINI (Udinese) 5 – La specialità della casa è smentire le notizia. Quando ne porterà una figlia di qualche bella idea?