Non si fermano alla mancata promozione in Serie A i guai di Maurizio Zamparini e del suo club. Le Fiamme Gialle, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo, infatti, hanno accertato gravi indizi di colpevolezza per il presidente del club rosanero e altri indagati, tra cui rientrano anche il figlio, dei liberi professionisti e collaboratori stretti del patron friulano. I reati sarebbero stati commessi a partire dall'estate del 2002, e sarebbe coinvolto anche lo stesso Palermo. Una brutta tegola per il numero uno dei siciliani, e per la squadra stessa.
Tra le accuse, rientrano la falsa comunicazione sociale, l'ostacolo alle funzioni di vigilanza dell Covisoc, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e, infine, l'autoriciclaggio. Questo reato coinvolge anche il Palermo, proprio perché commesso dal suo ex presidente. Sarà aperta un'indagine. Come riporta la Guardia di Finanza, infatti, il G.I.P. ha disposto la confisca del profitto relativo ai reati commessi a vantaggio della squadra. Zamparini, infatti, si è servito della Mepal S.r.l., di cui è amministratore, al fine di raccogliere denaro per evitare sanzioni, previste per milioni di euro fino al 2017, dell'Erario. Spostamenti di denaro consentiti attraverso finanziamenti nei confronti della Mepal S.r.l. che, nel momento di necessità del Palermo, venivano restituiti al club stesso. Il patron, insomma, avrebbe di fatto nascosto il denaro agli occhi dell'Erario per evitare sanzioni, salvo poi aiutare il club con finanziamenti.