"Esclusione del Pro Piacenza dal campionato di competenza" e "la punizione sportiva della perdita della gara con il punteggio di 0-3". Questa la decisione ufficiale del giudice sportivo della Lega Pro Pasquale Marino in merito alla gara di ieri tra Cuneo e Pro Piacenza, terminata 20-0 e con gli emiliani scesi in campo col numero minimo di giocatori.
Nel match contro il Cuneo infatti la società emiliana ha schierato otto giocatori, tutti under 18, un comportamento giudicato, come si legge sul comunicato, "inaccettabile e che mortifica l’essenza stessa della competizione sportiva. Il Pro Piacenza ha costretto sia i soggetti inseriti nella propria distinta sia i calciatori della squadra avversaria, a disputare una gara farsesca dal punto di vista tecnico (nonché pericolosa per l'incolumità fisica di soggetti non adeguatamente preparati dal punto di vista agonistico) abusando dei diritti formali certamente concessi dal regolamento, ma basati su principi di lealtà e correttezza che nella fattispecie sono stati sovvertiti, stravolti e letteralmente calpestati".
Sulla drastica misura adottata nei confronti della società emiliana si è espresso anche il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, secondo il quale "oggi il giudice sportivo ha preso la decisione più corretta che potesse assumere. Partiamo da un dato: non ci sarebbe stata questa giornata di vergogna se ci avessero dato ascolto, non doveva essere iscritta la società Pro Piacenza non aveva una valida fideiussione. Stiamo lavorando per le riforme, ma per evitare queste situazioni non c'era la necessità di riforme. Il caso Matera, il caso Pro Piacenza non ci sarebbero stati se, in sede di iscrizione di campionato, chi governava la Federazione in quel momento avesse fatto rispettare le regole: fideiussione non valida significa esclusione dal campionato. Avevano successivamente la possibilità di rimediare e non lo hanno fatto. Sarebbe stato sufficiente delineare un iter chiaro per le sostituzioni, definendo sanzioni (che doveva essere l'esclusione come da noi richiesto) e tempi di scadenza che, se non rispettati, avrebbero portato in termini inequivocabili all'esclusione".