Subentrare a stagione in corso non è mai una missione semplice: non ditelo, però, a Carmine Parlato. Dopo aver ereditato da Passiatore una squadra nel limbo della metà classifica e scossa dal complicato avvio di stagione, l'attuale allenatore del Delta Rovigo si è presentano alla pausa invernale in vetta al girone D con ben 32 punti all'attivo. Dal 2 ottobre, giorno del suo esordio la squadra veneta ha fatto registrare uno score spaventoso, frutto di otto vittorie, quattro pareggi e una sola sconfitta: la promozione in Lega Pro, dunque, non sembra più una chimera, soprattutto per chi questo traguardo l'ha già raggiunto undici stagioni fa, ai tempi del Rovigo Calcio. Altra squadra, altra storia, altro contesto: talvolta, però, cambiando l'ordine degli addendi il risultato finale non varia...
- Avete terminato il girone d'andata in cima alla classifica: si sarebbe aspettato di passare le vacanze di Natale da primo della classe?
"Sinceramente no. Quando si subentra ci si mette subito al lavoro per cercare di conoscere i profili dei ragazzi: fortunatamente dalla maggior parte di loro ho trovato sempre massima disponibilità. Inizialmente gli sono venuto incontro, poi strada facendo sono stati bravi ad adeguarsi ai miei metodi. Mese dopo mese, la squadra ha trovato fiducia, compattezza ed equilibrio. E ora, senza accorgercene, siamo saliti in vetta, facendo valere le nostre qualità e sfruttando gli errori degli altri".
- Dal suo insediamento sulla panchina biancoblù, la squadra ha svoltato nettamente: quali corde ha dovuto toccare per rianimare i suoi giocatori?
"Bisogna sicuramente partire dalle cose semplici: dunque trasmettere serenità e cercare di mettere i ragazzi al posto giusto. Inoltre, bisogna motivarli per farli rendere al meglio. Piano piano poi, cambiando modulo, la squadra ha trovato il giusto equlibrio tattico".
- Domanda secca: ad oggi, quale voto dà alla sua squadra?
"A me piacerebbe dare un bell'otto a fine campionato. Darsi attualmente un sei, un sette o un otto conta poco: l'importante è arrivare al traguardo finale".
- Terminata la pausa invernale, inizierà per tutti un nuovo campionato. Alla luce di quanto visto finora, quali squadre teme maggiormente per la volata finale?
"In particolar modo le prime sei della classe, fino ad arrivare al Castelvetro. Il campionato è aperto per tutti: la classifica è molto corta e puoi essere scavalcato nel giro di una o due domeniche".
- Prendendo in esame questi mesi, se dovesse individuare la miglior partita disputata dalla sua squadra, quale sceglierebbe?
"Sicuramente la prima con la Sangiovannese è stata quella più importante: grazie a quel successo guadagnammo grande autostima. Anche se, le partite giocate meglio, sono state quelle contro Correggese e Scandicci".
- La pausa è arrivata per voi forse nel momento sbagliato: siete imbattuti da undici partite e avete vinto sei degli ultimi sette match disputati. L'8 gennaio vi aspetta lo scontro diretto contro la Lentigione, che invece sta vivendo un momento di flessione. Le vacanze rimescoleranno i valori in campo?
"Speriamo che il trend positivo continui. Ho già parlato con i ragazzi: sarebbe da stupidi non approcciare la partita con l'atteggiamento giusto. Affrontiamo una signora squadra, ben allenata: dovremo farci trovare pronti".
- Ultima domanda: cosa si aspetta da questo 2017?
"Tutta la salute del mondo per i miei ragazzi (sorride, nda). In questo 2017 proveremo a dare le giuste soddisfazioni sia alla società che ai nostri tifosi. Nella speranza di raggiungere quell'obiettivo che qui a Rovigo centrammo già undici anni fa".