"Quando sono arrivato, l'allenatore mi ha detto che mi avrebbe visto in futuro davanti alla difesa. Mi sono messo a disposizione, adesso mi trovo bene in un ruolo dove posso dare una mano importante alla squadra". Miralem Pjanic si concede ad una lunga intervista in cui parla del suo ottimo periodo alla Juventus e di come è divenuto uno dei principali perni del centrocampo di Allegri. Non solo, anche uno sguardo al passato quando giocava al Lione e al futuro...a maggio.
"Alla Juventus mi sento molto responsabilizzato perché Allegri mi chiede di far giocare bene la squadra. Se si arrabbia spesso con me è perché vuole vedermi al top".
Uno specialista delle punizioni: "Ci lavoro sempre, è diventata una delle mie abitudini. Sta andando bene, ma è un lavoro che devi mantenere costantemente. Sembra facile segnare, ma non lo è. La cosa più dura è la regolarità: sotto questo punto di vista ho fatto passi importanti". Quando si parla di punizioni e di Lione, viene solo un nome in mente. Alla domanda "Chi è il tuo calciatore di riferimento?", la risposta è stata: "Juninho, col quale ho giocato a Lione: era davvero il numero uno".
Avversarie e finale di stagione: "Napoli, Inter, Roma, Lazio... tutte vogliono batterci. E questo è una motivazione in più per noi", prosegue Pjanic: "Ma speriamo di festeggiare a maggio, il nostro obiettivo numero uno è lo scudetto. Alla Roma giocavamo un buonissimo calcio, ci ripetevamo sempre: questo è l'anno buono, siamo forti. Però arrivavano partite dove non eravamo presenti. La Juve, invece, dimostra di esserlo sempre".
Voci di corridoio: "La gente pensa che vincere per la Juve sia facile. In realtà noi dedichiamo tantissimo tempo al lavoro, ci sacrifichiamo ogni giorno. Quando ho letto di screzi nello spogliatoio, ho capito che si cercava di destabilizzare il nostro ambiente. Lo spogliatoio è sempre unito e formato da persone responsabili".