A Sheffield, Brasile e Inghilterra e Corea del Sud protagoniste.
Disfatta italiana: sei degli otto azzurri eliminati all’esordio. Gli altri due al secondo incontro. Scelte cervellotiche dei responsabili.
di Giuliano Orlando
Si è concluso a Sheffield oltre mezzo milione di abitanti - città nel Nord dell’Inghilterra, nella regione dello Yorkshire, tra Leeds, Manchester, Liverpool e Nottingham - il GB Open sotto l’egida della World Boxing Cup. Lo scorso gennaio si era svolta la precedente edizione, assente l’Italia. Stavolta si è presentata con otto atleti, quattro maschi e altrettante femmine. Guidata dai tecnici Francesco Damiani, Carmine Cirillo, Laura Tosti e Paolo Pesci. Oltre agli arbitri Paola Falorni e Carlo Franchi. Gli organizzatori si aspettavano una presenza di nazioni superiore alle sedici: Brasile, Cina, Korea Sud, Mongolia, Thailandia, Taipei, Panama, Giappone, Finlandia, Germania, Olanda, Pakistan, Singapore, Svizzera e Italia e oltre ai padroni di casa, che hanno preso parte alla manifestazione. Alcune con pochissimi iscritti. 49 maschi e 45 donne, per un totale di 94 atleti. Per contro, le prime cinque nazioni della lista si sono presentate con gli elementi migliori, molti erano reduci dai Giochi di Parigi. Il livello generale è risultato eccellente, semifinali e finali hanno visto match equilibrati, con i numerosi 3-2 a specchiare l’equilibrio delle sfide. A questi livelli era d’obbligo presentarsi con atleti di qualità, per evitare di uscire subito come è capitato all’Italia, che su otto iscritti, solo Olena Savchuk (54) e Diego Lenzi (+92) avevano i requisiti per non sfigurare. I due perlomeno hanno vinto un incontro, cedendo in quello successivo. L’atleta delle FFOO, era ferma dagli europei di aprile a Belgrado, battuta all’esordio dalla romena Perjoc, ex europea 2019, giunta in finale. A Sheffield non risultava certo al meglio. Ha esordito superando la gallese Andrews, cedendo poi nettamente contro la mongola Oyntsetseg, giunta in finale. superata dalla Huang di Taipei, entrambe presenti ai Giochi di Parigi. L’emiliano Diego Lenzi, che debutterà al professionismo il 15 dicembre a Milano, a Sheffield si è presentato battendo nettamente il russo di nascita, nazionalizzato tedesco Nikita Putilov, che aveva vinto l’edizione precedente a gennaio. Nella successiva sfida finale, la giuria ha penalizzato Lenzi, scegliendo il brasiliano Ramos Da Silva, che nel terzo round aveva subito e legato, mentre l’azzurro attaccava e colpiva. Purtroppo tre giudici punivano l’italiano ingiustamente. Detto dei due azzurri, la scelta degli altri a dir poco è stata cervellotica. Non parlo dei tecnici, ma di chi ha la responsabilità del settore. Se esiste. Tra le donne nei 50 kg. è stata scelta la romana Francesca Ricci, 25 anni, bronzo agli assoluti 2023, prima volta titolare azzurra. Battuta all’esordio dalla rappresentante di Singapore! A sua volta stoppata da Liu di Taipei, fermata in semifinale dalla giapponese Shinohara che centrerà l’oro a spese della cinese Xiong. Nei 57 ne portiamo ben due. La bolognese Sara Pincin e l’altra romana Federica Zanellato, inizialmente iscritta nei 60 kg. La prima, mai chiamata ai raduni, festeggia i vent’anni con la netta sconfitta contro la thailandese Tintabthai, che nella sfida successiva viene fermata dall’inglese Parson. La stessa che all’esordio infligge alla nostra Zanellato la sconfitta prima del limite. La romana vanta due presenze agli assoluti 2022 e 2023, in entrambe le occasioni risulta sconfitta all’esordio. Nel settore maschile, scelto nei 51 kg. il romano Filippo Seca, 19 anni del gym Abis, presente agli ultimi U22, eliminato all’esordio dal campano Attrattivo. In Inghilterra affronta il locale Trowbridge, che ci gioca con un 5-0 emblematico. L’altro bolognese adottivo della spedizione è Federico Tessari (80 kg.) 21 anni, fratello minore di Biancamaria, pluricampionessa tricolore ed europea giovanile, passata pro recentemente. Federico è stato campione italiano youth e ha vinto gli assoluti U22 quest’anno, battendo in finale Pistelli, mentre nel 2023 era stato fermato all’esordio dal toscano Pieri. Bene impostato, ma ancora tenero per una rassegna come quella di Sheffield. All’esordio trova il brasiliano De Souza Pereira, presente a Parigi, tecnicamente inferiore ma troppo superiore atleticamente che lo batte di forza. Fermato a sua volta dal giapponese Wakaya. Il terzo azzurro è il lombardo Andrea Bertoni, che milita nei 92 kg. presente agli assoluti 2023 negli 86 kg., superato dal pugliese Ressa all’esordio. Per la prima volta veste la maglia azzurra e affronta il koreano Jung. Bertoni lo anticipa con colpi lunghi e si porta in netto vantaggio. Purtroppo nel corso dei round perde il paradenti due volte. Chiude le due riprese avanti nettamente, mentre l’arbitro richiama il koreano più volte a non usare la testa e non tenere, senza sanzionarlo ufficialmente. A quel punto dall’angolo dell’azzurro sarebbe il caso di far capire a Bertoni che non deve assolutamente perdere il paradenti. Equivalente ad un punto di penalizzazione. Purtroppo accade l’irreparabile, Bertoni espelle la protesi e l’arbitro lo punisce. Mentre il koreano che ha abbracciato e tenuto, tirato testate e altro, viene premiato con una vittoria immeritata, che lo proietta in finale contro l’inglese Oko. Match non disputato per lo stop medico di uno dei due. Ingenuo l’azzurro, ma anche l’angolo non ci ha fatto una bella figura. Resta la domanda: non era disponibile niente di meglio per Sheffield? Se è così, la situazione è drammatica. Mentre i due aspiranti alla presidenza per il prossimo quadriennio fanno campagna elettorale, l’Italia manda al torneo elementi non all’altezza. Dopo il mondiale U21 a Pueblo in Colorado (USA), l’Italia si conferma il ruolo di Cenerentola. Non certo una bella quotazione. A Completamento della rassegna, il Brasile vince quattro ori (tre maschili e uno femminile) con la Cerqueira Romeu (50), quindi Luiz Oliveira (57), Breno De Carvalho (63,5) e Joel Ramos Da Silva (+92). Tre per l'Inghilterra con la Dione Burman (66), Odel Kamara (71) e Dimeji Shittu (80). La Corea del Sud si è assicurata due primi posti con la Oh Yeonji (60) e la Suyeon Seong (75). Un oro a testa al femminile per il Giappone: Shinohara (50) e Taipei: Huang (54). La Mongolia vince nei 51 con Battulga Aldarkhishig, in una finale equilibratissima contro l'inglese Ellis Trowbridge. Per concludere, appendice emblematica dai Giochi di Parigi.
Giuliano Orlando