Sono belli, bellissimi. Anche senza i costumi e i pattini ai piedi. Anna Cappellini e Luca Lanotte si presentano alla Family Home di P&G nel cuore del villaggio olimpico, il giorno dopo la loro esibizione. Sesto posto è ciò che recita il tabellone finale, eppure il verdetto dell'Ice Skating Palace lascia note ancora più liete perché il pubblico russo ha applaudito eccome i due azzurri.
"Siamo veramente contenti. In un'Olimpiade sai che rappresenti il tuo Paese e noi lo abbiamo fatto sulle note di Rossini con due belle esibizioni. Siamo felici", dice sicura Anna e si vede che non mente. "Certo che a un certo punto abbiamo sperato di salire sul podio e i russi che sono arrivati terzi li abbiamo battuti all'ultimo Europeo - racconta Luca - ma più di così non potevamo fare".
Sono due ragazzi semplici, che raccontano come è nata la loro intesa (pattinano insieme dal 2005), sul loro sport che diventa ogni giorno più fisico e atletico e persino sulle tradizioni che diventano regole inderogabili ma che - in fondo - lo contraddistinguono da tutti gli altri. "Certo non è facile sorridere sempre - confessa Anna - anche quando la stanchezza ti piega le gambe". Eppure, come ci dice Luca: "Questa serie di tradizioni rendono il pattinaggio di figura speciale, diverso. E noi italiani, in questo aspetto, siamo ancora più bravi degli altri".
Infine un augurio a Carolina Kostner, che si esibirà domani, e lo sguardo già proiettato al futuro. "Ora ci sono i Mondiali - risponde Anna - non abbiamo mai parlato di quando smetteremo, di certo non ora". E dopo averli visti a Sochi, viene da dire: meno male.