Due settimane ricche di emozioni, episodi curiosi e straordinarie imprese sportive. Le Olimpiadi invernali di Sochi 2014 vanno in archivio e lasciano in eredità 14 giorni intensi. In attesa del prossimo appuntamento fissato nel 2018 a Pyeongchang, abbiamo selezionato gli highlights dei Giochi russi: dal flop di Plushenko, agli eterni Armin Zoeggeler e Noriaki Kasai, ecco le dieci storie più belle che riassumono l’Olimpiade russa.
Cinque cerchi, anzi quattro Le Olimpiadi di Sochi partono col botto: durante la cerimonia di apertura, sotto gli occhi del presidente russo Vladimir Putin, uno dei cinque cerchi olimpici non si accende. E’ l’immagine simbolo dei Giochi, ma il pubblico russo non l’ha mai vista in televisione: la tv di stato, infatti, riesce a sostituire l’immagine reale con quella delle prove generali durante le quali tutto aveva funzionato perfettamente.
Eterno Armin Zoeggeler Il 40enne slittinista di Merano vince il bronzo nella prova individuale e diventa il primo atleta a salire sul podio per sei edizioni consecutive dei Giochi olimpici invernali. Il suo bottino di medaglie è di 2 ori, un argento e 3 bronzi.
Lo zar abdica Evgeni Plushenko, uno dei personaggi più attesi a Sochi, vince l’oro nel team event del pattinaggio di figura, ma si ritira prima del programma corto. A fermare l’atleta russo, 32 anni il prossimo 3 novembre, è il mal di schiena rimediato durante un riscaldamento. La decisione scatena una serie di polemiche: da più parti si pensa che il campione olimpico di Torino 2006, vista l’impossibilità di vincere l’oro, preferisca evitare una brutta figura. In realtà, Plushenko sarà operato il 2 marzo.
Hockey a stelle e strisce Al Bolshoe Ice Dome va in scena la sfida più attesa della fase a gironi di hochey su ghiaccio: Russia-Usa. E’ la rivincita della sfida di Lake Placid ’80, il cosiddetto Miracle on Ice che vide la formazione americana, composta da un gruppo di studenti universitari, battere l’invincibile Armata Rossa eliminandola nella corsa all’oro. A 34 anni di distanza i tifosi russi, compreso Putin in tribuna a tifare, sperano in un esito diverso ma a vincere sono ancora gli Usa, 3-2 ai rigori. Entrambe le squadre resteranno comunque giù dal podio.
Russia regina grazie a...un americano Grande soddisfazione per la Russia che, in qualità di Paese ospitante, vince il medagliere con 13 ori, 11 argenti e 9 bronzi imponendosi sulla Norvegia (seconda) e sul Canada (terzo). Curiosità: la zampata decisiva porta la firma di Vic Wild, 27enne snowboarder di origini statunitensi, che centra due ori nel gigante parallelo e nello slalom parallelo. Ha la cittadinanza russa solo da due anni ovvero da quando, nel 2012, ha sposato la snowboarder russa Alena Zavarzina.
Maze-Gisin, magica doppietta Per la prima volta nella storia dello sci alpino viene assegnata una doppia medaglia d’oro olimpica. A vincerla sono la slovena Tina Maze e la svizzera Dominique Gisin, che chiudono al primo posto ex aequo la discesa libera. Per entrambe si tratta del primo podio olimpico. Tina Maze concederà il bis pochi giorni dopo vincendo l’oro anche nello slalom gigante.
L’uomo dei record Il 40enne norvegese Ole Einar Bjoerndalen entra nella leggenda. Vincendo l’oro nella staffetta mista di biathlon, gara nella quale l’Italia conquista il bronzo, festeggia il 13esimo titolo olimpico della sua incredibile carriera. E’ un record assoluto: il connazionale Bjoern Daehlie, detentore del precedente primato, è fermo a 12.
Beata gioventù Straordinaria prova di forza di Mikaela Shiffrin. La sciatrice statunitense originaria di Vail (Colorado) si mette al collo la medaglia d’oro nello slalom speciale e, a 18 anni e 11 mesi, diventa la campionessa olimpica più giovane di sempre in questa specialità.
Vecchio sarà lei… A Noriaki Kasai, saltatore con gli sci giapponese, bastava semplicemente essere presente ai Giochi di Sochi per diventare l’unico atleta al mondo ad avere partecipato a sette edizioni delle Olimpiadi invernali. Kasai, 42 anni il prossimo 6 giugno, fa molto di più: non solo partecipa, ma conquista l’argento. Resta invece del canadese Duff Gibson (skeleton) l’oro più anziano di sempre, conquistato a Torino 2006 a 39 anni e 190 giorni.
I Giochi di Arianna Tocca ad Arianna Fontana il prestigioso ruolo di portabandiera dell’Italia in occasione della cerimonia di chiusura di Sochi 2014. La 23enne pattinatrice di Sondrio torna dalla Russia con un fantastico bottino di tre medaglie dello short track: argento nei 500, bronzo nei 1500 e bronzo nella staffetta 3000.