Più luci che ombre. La spedizione azzurra ai Giochi invernali di Sochi 2014 torna in Italia con otto medaglie, un bottino soddisfacente seppur privo del metallo più pregiato: spiccano i nomi di Arianna Fontana nello short track, di Carolina Kostner nel pattinaggio, di Armin Zoeggeler nello slittino e di Christof Innerhofer nello sci alpino. Non mancano però le note stonate: il fondo, lo snowboard e, soprattutto, l'oro di Vancouver Giuliano Razzoli.
Ecco le pagelle
Arianna Fontana 9,5 (short track)
Si presenta come una delle principali favorite della spedizione azzurra per una medaglia, ne conquista ben tre. Dopo i bronzi a Torino (record età) e Vancouver, vince l'argento nei 500 e il bronzo nei 1500 e nella staffetta 3000. Poteva calare addirittura il poker nei 1000 ma cade nei quarti di finale: sarebbe stato un 10 pieno.
Carolina Kostner 9 (pattinaggio)
Meravigliosa, incantevole. Nel programma libero volteggia sulle note del Bolero facendo brillare gli occhi al folto pubblico. Conquista il bronzo nella gara principe dei Giochi, unico titolo che mancava nella sua ricca bacheca: tutti gli occhi erano puntati su di lei, che tiene a bada la tensione e si esibisce ai massimi livelli.
Armin Zoeggeler 8,5 (slittino)
Campione eterno. Lo slittinista altoatesino si aggiudica il bronzo nella prova individuale, centrando così la sesta medaglia in altrettante partecipazioni ai Giochi, impresa mai riuscita a nessun altro atleta. Si piazza in terza posizione sin dalla prima manche, e lì rimane fino alla fine controllando gli avversari.
Christof Innerhofer 8 (sci uomini)
La medaglia che non ti aspetti. O meglio, le medaglie. Sì, perché lo sciatore azzurro stupisce tutti vincendo l'argento nella discesa libera e poi si ripete salendo sul terzo gradino del podio della supercombinata. E' stato l'italiano ad andare più vicino all'oro (6 centesimi), sono state le sue Olimpiadi.
Karin Oberhofer 7 (biathlon)
Il voto va a lei, quarta anche nella prova individuale 7,5 km sprint, ma in realtà coinvolge pure Dorothea Wierer, Dominik Windisch e Lukas Hofer, suoi compagni nella staffetta mista capace di vincere un bronzo tanto luccicante quanto inatteso. L'Italia torna finalmente sul podio del biathlon 16 anni dopo Nagano.
Daniela Merighetti- Nadia Fanchini 6 (sci donne)
Sono l'emblema della dedizione al lavoro e dell'impegno. Dada, dopo l' infortunio nella prima prova cronometrata, torna in pista nella discesa libera, mentre Nadia scende in gigante con condizioni meteo complicatissime. Entrambe finiscono per pochissimo ai piedi del podio: nonostante tutto, manca ancora qualcosa.
Alessandro Pittin 5,5 (combinata nordica)
Probabilmente la medaglia di bronzo al collo di Vancouver lo condiziona all'esordio: il suo primo salto non è impeccabile e una rimonta strepitosa non basta per riportarlo ancora sul podio. Una delle tante medaglie di legno per l'Italia, ma questa è particolarmente amara viste le potenzialità dell'atleta.
Federico Pellegrino 5 (sci nordico)
Il voto è generale per la spedizione azzurra di fondo, di cui il giovane atleta valdostano doveva essere la carta vincente: esce stremato nella semifinale dello sprint individuale. L'Italia degli sci stretti non scendeva dal podio da Calgary 1988, i trionfi di Torino 2006 sono ormai un ricordo sbiadito.
Roland Fischnaller 5 (snowboard)
Anche qui il voto, più che per l'atleta, è per l'intera squadra che, nonostante le premesse più che positive, delude le attese. Lui, tre volte sul podio ai Mondiali, a Sochi non si avvicina neppure alla medaglia: la sfiorano invece nell'ultima giornata di gare Aaron March e Corinna Boccacini, entrambi quarti.
Giuliano Razzoli 4 (la delusione)
Unico azzurro a presentarsi da campione in carica, ma ripescato perché non in possesso dei piazzamenti richiesti in stagione. La sua prova nello slalom fotografa il momento nero dello sciatore di Reggio Emilia, vittima da tempo di numerosi infortuni: 16.o nella prima manche, finisce fuori nella seconda.