A Sochi 2014 lo snowboard non tradisce le sue radici anticonvenzionali. Alexey Sobolev, primo atleta russo a scendere in pista nella specialità dello slopestyle, si è dimostrato un vero istrione: non solo ha sfoggiato sul casco il suo numero di cellulare, ma ha anche solcato le nevi con una tavola dal design 'ribelle', visto che su di essa figura l’immagine di una donna con un passamontagna e un coltello in mano. Un'icona che sembra richiamare al movimento delle Pussy Riot, note per le performance anti Putin che hanno portato persino alla detenzione di alcune di loro.
Intervistato sulla questione a fine gara, il russo Sobolev ha inizialmente fatto l’indiano: “Un segno di solidarietà? Tutto è possibile, non ho disegnato io il soggetto della mia tavola”. Contattato in seguito dall'Ansa, l'atleta si è sbottonato: "Il disegno è molto simile, ammetto che l'associazione è immediata". Non solo: “Le Pussy Riot sono radicali, e in questo c'è qualcosa di positivo: hanno seguito la loro strada fino in fondo, in modo originale. Ma - ha chiarito Sobolev - il disegno della tavola non è un'idea mia, me l'ha data lo sponsor".
Quello che il ragazzo ha voluto fortemente, invece, è il suo casco personalizzato su cui fa bella mostra di sé il suo numero di telefono. Un invito ai fan, anzi alle fan: “Mi è stato detto che non ci sono limiti al design del casco, non ci sono regole della federazione internazionale - ha spiegato al quotidiano Sport Ekspress -. Ho pensato: nel villaggio olimpico non lasciano entrare nessuno, sarà una noia. Così ho deciso di scrivere sul casco il numero del telefonino per dare ai miei fan la possibilità di chiamarmi”. Sebbene la sua speranza, neanche troppo segreta, sia che qualche collega decida di imitarlo: "Ci sono un paio di ragazze carine di cui vorrei volentieri il numero", ha scherzato.
Hanno tempo per pensarci almeno fino a sabato, quando Sobolev (che oggi ha chiuso decimo in batteria) gareggerà in semifinale.