Forse seguirà la sorte, onorevole ma non trionfale, della squadra di bob della Giamaica ai Giochi olimpici invernali di Calgary 1988. Ma alle Olimpiadi, come si sa, l'importante è partecipare. Da bambino, Mohamad Karim scendeva sui pendii innevati ai confini del Pakistan, il sua Paese natale, con sci costruiti con le sue mani. Oggi, a 19 anni, sarà l'unico rappresentante della squadra olimpica pakistana ai Giochi di Sochi e si cimenterà nella prova dello slalom.
"Mi sono allenato duramente, con esercizi specifici ed estenuanti. Dopo tutto questo impegno, a Dio piacendo, spero di piazzarmi tra i primi 50".La speranza non è del tutto peregrina. Quando a "Pakistan" si associa il termine "montagne", di solito vengono in mente le immagini di Tora Bora e i talebani barbuti e determinati che montano la guardia a quel territorio impervio, culla e santuario pashtun dell'insurgency afgana nel Nord-ovest del paese.Ma il nord del Pakistan è orlato dalla catena delle cime imponenti dell'Himalaya e dei villaggi della regione del Gilgit-Baltistan dove è cresciuto Mohamad. E dove intorno al 2000 ha assaporato l'ebbrezza delle prime discese sugli sci.
Mohamad deve tutto all'aviazione militare del suo paese che gestisce la Federazione di sci alpino nazionale, una disciplina che può rivelarsi essenziale per la sopravvivenza di un pilota, per esempio, in caso di abbattimento sulle montagne del Cachemir, regione a lungo disputata con l'India.