Sochi 2014: tre Pussy Riot fermate dalla polizia

Pubblicato il 18 febbraio 2014 alle 12:40:47
Categoria: Olimpiadi
Autore: Redazione Datasport.it

Nuovi arresti di manifestanti a Sochi: dopo quello di Vladimir Luxuria, questa mattina a finire in manette sono state tre membri delle Pussy Riot. A renderlo noto la leader del noto collettivo femminista russo, Nadezhda Tolokkonikova, che con una sequenza di tweet ha rivelato di essere stata fermata dalla polizia insieme a Maria Aliokhina e ad un'altra componente del gruppo mentre stavano semplicemente "passeggiando per la città olimpica".

A Sochi, non accennano a placarsi le proteste per la difesa dei diritti omosessuali e i tentativi delle autorità russe di impedirle. Pochi minuti prima dell'arresto sul suo account, la Tolokonnikova prima aveva scritto: "Siamo a Sochi per svolgere azioni da Pussy Riot. La canzone si chiama: Putin ti insegnerà ad amare la patria". La polizia russa però ha deciso di bloccarle prima che potessero entrare in azione, accusando le tre attiviste di furto e poi arrestandole per la sola presenza di essere a Sochi: "Al momento del fermo non facevamo alcuna azione - continua la Tolokonnikova su Twitter -, stavamo semplicemente passeggiando e i poliziotti hanno usato la forza per bloccarci".

Secondo il sito Lifenews.ru, che cita fonti di polizia, le Pussy Riot sono state fermate per 'mancata registrazione': in occasione dei Giochi, infatti, ogni visitatore deve farlo entro 24 ore dall'ingresso a Sochi. Sui siti russi compaiono già diverse foto del fermo che vedono impegnati numerosi poliziotti in azione mentre la stessa Tolokkonikova precisa che lei e le compagne sono state trattenute sette ore il giorno 16 e dieci ore il giorno dopo dai servizi segreti: "In due giorni abbiamo fatto 20 ore in stazioni di polizia e servizi segreti russi, siamo riuscite però a fare miracolosamente alcune esibizioni olimpiche sfuggendo ai pedinatori".