Circumnavigare il globo pedalando, per arrivare finalmente Lontano. Paola Gianotti, prefazione di Linus – Sognando l’infinito. Come ho fatto il giro del mondo in bicicletta – bradipolibri Editore - Pag. 240 – Euro 15.00.
di Giuliano Orlando
Quando sei più forte del destino nulla può fermarti per raggiungere quel traguardo che si chiama Lontano. Il rischio di cancellare quel sogno fu assai vicino alla realtà quel giorno del 16 maggio 2014, sulla strada che porta a Phoenix in Arizona, quando una macchina la investe facendola volare come una marionetta e scaraventandola inanimata sull’asfalto. Momenti drammatici, in elicottero verso il ricovero. L’intervento chirurgico e l’attesa del verdetto post operatorio: Paola Gianotti potrà ancora pedalare per raggiungere quel posto magico chiamato Lontano? Quando accadde l’incidente, aveva già percorso 14.270 km. praticamente, metà del giro del mondo che si era prefissa. La sua Hobo teneva alla grande, anche le gambe e il suo corpo reggevano alla fatica. Il gruppo che la seguiva era fantastico e non poteva tradirlo. Infatti, dopo la riabilitazione riprende il viaggio e arriva alla meta. La prima donna ad aver compiuto il giro del mondo in bicicletta. Impresa racchiusa in questi numeri: 29.430 km. percorsi pedalando, 175.000 metri di dislivello, 675.000 calorie consumate, 144 giorni di viaggio, 405 banane, 536 panini, 270 barrette di cioccolato, 935 borracce svuotate, 2 caschi rotti, 1 vertebra rotta, 24 dogane varcate, 25 nazioni attraversate, media di 215 km. al giorno. Lungo la strada ha incrociato 1 tsunami, 1 terremoto, attraversato 3 deserti, presa una multa, 32 forature, evitata di poco una guerra tra musulmani e buddisti, 22 tute usate, ben 16 gli attacchi di cani randagi, solo 14 km. percorsi in autostrada, 110 giorni col vento pro e contro, un’alluvione e 25 statue di budda lungo l’itinerario in Asia, che racconta nell’ultima parte del libro. La descrizione del viaggio è quanto di più interessante per il lettore, dove si intrecciano i momenti di euforia e quelli di timori e dubbi. Molto vivaci le immagini dell’ambiente e gli incontri con la gente, forse l’aspetto più coinvolgente. L’infanzia di Paola, gli studi e le scelte fuori ordinanza, per una studentessa quasi modello, con la passione precocissima per la bici. Sicuramente una premonizione. Il vagabondaggio ideologico e realistico, che pur sconvolgendo le abitudini di una famiglia normale, non ne intaccano l’affetto reciproco. Interessante la descrizione del lungo e forzato soggiorno a Phoenix, dopo l’intervento chirurgico. Scoprendo le assurdità di una società, quella americana, che chiede alla vittima dell’incidente i costi salatissimi della degenza e il resto. Situazioni che racconta con dovizia di particolari fino al ritorno a casa dove, miracolosamente guarisce. L’urlo più sintomatico lo illustra: “La vertebra si è rinsaldata, posso tornare a pedalare!”. L’Australia per la seconda parte del viaggio l’aspetta. Per entrare più volte nel Guinness World Record, come la donna più veloce ad aver circumnavigato il globo in bici. E molto altro. Un solo appunto: salvo rare eccezioni, non ci sono i riferimenti delle date, una mancanza importante, che disorienta e confonde il lettore. In caso di ristampa, sarebbe opportuno ovviare a questa piccolo dimenticanza.
Giuliano Orlando