C'è solo una corsa che fa il campione: è la Parigi Roubaix, l'ultima follia di un ciclismo che non c'è più ma che sfida la storia con le sue 118 edizioni e 125 anni di vita. Oggi, sul Velodromo più famoso del mondo, Sonny Colbrelli in un colpo solo ha cancellato un mondiale sfortunato, ha colto il suo terzo successo "pesante" di questa stagione, dopo campionato italiano e campionato europeo, ed è entrato un esclusivo club in cui solo pochi, i più grandi, posso. Il bresciano della Bahrain Victorious ha battuto in volata uno dei favoriti della vigilia, l'olandese Mathieu Van de Poel, terzo anche dietro al belga Floraian Vermeersch, già protagonista al mondiale di otto giorni fa.
E' stata una Roubaix "italiana", come non accadeva da tempo, con la splendida e sfortunata azione di Gianni Moscon, che è andato in fuga a 50 chilometri e fermato da una foratura e da una caduta nel giro di pochi minuti. Al trentino sono riusciti a resistere solo i primi tre dell'ordine di arrivo, mentre l'altro favorito, il belga Van Aert, arrancava ancora una volta, come otto giorni fa a Lovanio nella prova iridata.
L'epilogo in volata, per nulla scontato dopo 258 km di percorso, 55 dei quali sul pavé, consegna all'Italia del ciclismo un uomo da classifiche di un giorno, capace di trovare nella piena maturità quella costanza di rendimento e prestazioni che molti intravedevano già ai suoi esordi nel professionismo.
Vincere una Parigi Roubaix non è mai frutto del caso. Solo i più grandi sono in grado di portare a casa la pietra del trofeo. Sonny Colbrelli, oggi, a buon diritto può cominciare a guardare la sua carriera futura con un occhio diverso. L'Italia del ciclismo torna sul primo gradino del podio in un Monumento ad oltre due anni di distanza dalla vittoria di Alberto Bettiol al Fiandre, e vive l'ennesimo, grande trionfo di un anno veramente speciale.
Entusiasta il presidente Cordiano Dagnoni, che ha così commentato: "Colbrelli merita tutto il successo che sta riscuotendo in questa stagione, perché è un ragazzo serio che ha dimostrato grande professionalità, costanza e determinazione nel continuare a credere nelle proprie capacità, raccogliendo adesso il frutto del grande lavoro fatto. Lo conosco sin da ragazzo e ne ho sempre apprezzato le qualità. E' una pedina importante del nostro ciclismo e sta regalando grandi soddisfazioni ai tifosi. Continua per il ciclismo italiano questo anno fantastico. Un anno che non vorremmo finisse mai. Le classiche monumento rappresentano il momento più alto per il nostro sport ed anche se non in maglia azzurra la vittoria di un atleta italiano ci rende felici e inorgoglisce il nostro Paese.".
Antonio Ungaro
ph: Bettini
ORDINE DI ARRIVO - 1. Sonny COLBRELLI (Bahrain-Victorious) 257,7 km in 6.01’57”, media 42,719; 2. Vermeersch (Bel); 3. Van der Poel (Ola); 4. Moscon a 44”; 5. Lampaert (Bel) a 1’16”; 6. Laporte (Fra); 7. Van Aert (Bel); 8. Van Asbroeck (Bel); 9. Boivin (Can); 10. Haussler (Aus); 11. Rutsch (Ger); 12. Walscheid (Ger). 19. Mozzato a 6’21”.