Duro ammonimento della società del Barcellona, sempre in prima linea a difendere l'identità catalana. Domani si fermeranno prima squadra e settore giovanile. Tutto fermo quindi per uno sciopero inedito e mai visto nel mondo del calcio, confermando così la sua posizione pro-indipendenza, che ha sempre mostrato con orgoglio nei leziosismi delle maglie e da qualche hanno nella seconda divisa.
Ieri Piquet, in vista delle convocazioni per le qualificazioni di Russia 2018, ha dichiarato in lacrime che se lui dovesse dimostrarsi un peso per la Nazionale spagnola, allora farebbe senza problemi un passo indietro. Parole forti e determinate, nonostante i singhiozzi e la voce tremante per l'emozione. Cosa abbia a che fare tutto questo con il calcio non si sa, ma ciò che è accaduto ieri nella città catalana, ricorda più le repressioni dittatoriali che un comportamento da stato democratico. Il Barcellona, dunque, non ci sta e vuole far sentire la sua voce, dall'alto della sua importanza a livello internazionale e soprattutto mediatico. Stamattina i dipendenti del club catalano si sono fermati per un quarto d'ora alle 12.00 per "condannare con forza l'uso della violenza per impedire l'esercizio del diritto democratico e la libera espressione dei suoi cittadini durante il referendum celebrato domenica in Catalogna". Come continua il comunicato, domani, invece "Nessuna delle nostre squadre professionistiche, né giovanili, si allenerà domani mattina della Ciudad Deportiva".