"Sono qui da 15 anni, considero questa squadra come la mia famiglia e sono orgoglioso di essere in nazionale. Un indipendentista può giocare nella Spagna, non ho niente contro la Spagna". Nessuno si aspettava la sua presenza in conferenza. È stata una sorpresa per i giornalisti, i quali all'annuncio dell'addetto stampa che si sarebbe presentato Gerard Pique hanno chiesto se fosse uno scherzo. Al centro dell'incontro, ovviamente, c'è stata la questione indipendenza e il suo rapporto con la Nazionale.
Era l'ultima cosa che ci si aspettava. Gerard Pique, dopo le vicende di domenica a Barcellona, si siede di fronte ai giornalisti per rispondere alle loro domande. Non è stata una sua volontà, ma è cosciente che è un passo necessario "Voglio risolvere questo problema, chiunque potrà fare domande. Il primo giorno di allenamenti a porte aperte è stato difficile, non è bello sentire i fischi dei tifosi della Roja. Non c'è stata violenza, ma tanti fischi. Io sono qua per rispondere, c'è tanta gente in Spagna che tramite il dialogo può capire il mio sentimento. Indipendentemente da quelli che sono i miei pensieri, serve rispetto e coerenza - prosegue - Io sono qua perché lo hanno deciso il mister e i compagni. Voglio dare una mano in campo, abbiamo davanti un obiettivo che è vicino e vogliamo classificarci per il Mondiale. Dobbiamo concentrarci soprattutto su questo".
Qualche male lingua ha esternato delle voci secondo le quali i rapporti con Sergio Ramos siano definitvamente rovinati "Sono uscite delle bugie, ci troviamo benissimo insieme. Il rapporto fra me e lui è fenomenale". Sull'addio alla nazionale "Ci ho pensato e ho pensato che la decisione migliore era quella di restare. Se me ne fossi andato, avrei dato ragione a chi mi attaccava, a chi mi fischiava. Non voglio dargliela vinta anche perché all'interno del gruppo i compagni mi hanno dato appoggio".