Il 10 giugno 1984 si concluse un Giro d'Italia che passò alla storia. Francesco Moser vinse la corsa rosa all'ultima tappa a discapito del francese Fignon grazie alla crono finale di Verona. Oltre che per il risultato finale, quel Giro di 36 anni fa rappresentò uno spartiacque tra passato, presente e futuro. Fu infatti il primo con l'utilizzo del personal computer: nel 1984, infatti, lo Spectrum divenne il computer ufficiale del Giro. Servì per fare la sigla della Rai, che aveva un qualcosa simile ai videogiochi e servì anche per trasmettere i cosiddetti 'highlights' della corsa.
Sergio Chiesa, direttore di Datasport e protagonista in prima battuta di quello storico Giro ne parla così: "Lo Spectrum si è sempre comportato a meraviglia, quasi fosse uno strumento musicale nelle mani dei programmatori che ne hanno estratto le note più alte... Come in tutte le esperienze, all'inizio, esiste una certa diffidenza, un certo timore, una certa paura di non sapere esattamente come comportarsi, quando agire. Sin dall'inizio la preparazione dei tecnici e l'affidabilità dello Spectrum hanno risolto quei piccoli inconvenienti che si sono presentati e che non erano stati previsti. Noi tutti, eravamo ben consci di dover dare il massimo, dimostrare che il nostro Spectrum, piccolo di dimensioni ma grande nelle prestazioni era il migliore e che era talmente efficace che poteva reggere il passo di un'organizzazione professionale qual è quella della RAI. Il nostro Spectrum ha retto la sfida tanto che, anche i tecnici della RAI e il bravo e simpatico regista Giancarlo Tomassetti, alla fine si sono congratulati con tutta la squadra".
Lo Spectrum funzionava da database, fornendo schede di tutti i corridori, dalle gare svolte alle corse vinte. In più vi era anche una rappresentazione grafica della tappa, un disegno animato che permetteva di conoscere, nei dettagli, i km percorsi dai singoli ciclisti. "Moser si è interessato ai computers e mentre parlava con me... di tanto in tanto con gesto quasi benedicente salutava la folla che lo riconosceva e lo acclamava", il commento di un entusiasta Sergio Chiesa che si muove tutt'ora tra idee innovative che, nel corso degli anni, hanno fatto e faranno la storia del giornalismo e di fare comunicazione.