Si spengono le luci sulla Notturna di Milano. La storica manifestazione di atletica, probabilmente la principale che si disputa in Italia dopo il Golden Gala di Roma, è molto vicina al forfait definitivo. La crisi attanaglia anche lo sport, che vede venire meno appoggi e risorse fondamentali per la sua sussistenza e sviluppo. In particolare, in questo caso, quelle provenienti da Comune e Provincia di Milano, impossibilitate a patrocinare l’evento come in passato. Una grave perdita e un segnale preoccupante, proprio nell’anno delle Olimpiadi di Londra.
Così anche l’evento organizzato dalla società di atletica Camelot, per festeggiare le cento medaglie tricolori conquistate dai tesserati di questo club, è stato caratterizzato da una discussione sulla Notturna sempre più a rischio. L’unico ente che è intervenuto direttamente è stata la Regione, per voce diretta del suo presidente Roberto Formigoni che si è impegnato a cercare nuovi sponsor, ribadendo l’importanza dei valori sportivi all’interno della vita pubblica. Mentre Comune e Provincia hanno rimandato ogni decisione al 30 giugno. Una scelta che assomiglia proprio a un addio definitivo, visto che la manifestazione (che quest’anno sarebbe alla sua tredicesima edizione) si tiene generalmente in estate, e così – anche nelle migliore delle ipotesi – mancherebbe proprio il tempo materiale per metterla in piedi.
E’ vero che forse nell’anno olimpico molti atleti avrebbero preferito altri impegni internazionali rispetto a quello del capoluogo lombardo, ma la sua assenza è l’ennesimo brutto segnale per lo sport italiano. Gli azzurri che hanno ottenuto il pass per i Giochi inglesi sono attualmente 168 contro i 345 di Pechino 2008, nonostante alcune qualificazioni siano ancora aperte, è praticamente impossibile che si raggiunga la quota di quattro anni fa. Mancano strutture e finanziamenti, le Federazioni vivono momenti critici e anche il Coni fatica a trovare nuove risorse.
Dati che stonano se si pensa che solo su Milano lavorano ben tre assessori per lo sport tra Comune, Provincia e Regione. Tre istituzioni di prim’ordine, da cui ci si aspetta forse (dati anche alcuni proclami) impegni più concreti.
Come? Intanto proponendo un tavolo comune dove mettere a sedere Federazioni, sponsor e media per fare una riflessione comune sulla realtà sportiva in Italia e promuovere azioni congiunte; della serie: l’unione fa la forza. O ancora, se il premier Mario Monti porta la benzina acinque centesimi in più per le emergenze della protezione civile, il sindaco di una città non potrebbe pensare a soluzioni simili (come aumentare il biglietto del tram) per salvaguardare una manifestazione sportiva? E’ così strano pensare che i cittadini preferiscano impegnarsi in nome di eventi di questo genere, piuttosto che vedere le loro risorse utilizzate in inutili appalti? Non sarà mica che lo sport per alcuni enti significhi biglietti gratis per lo stadio, più che valori civili e sociali.
Datasport si augura proprio che non sia così e nel suo piccolo farà la sua parte nel mondo dell’informazione.