Nicola Rizzoli e i suoi assistenti, gli errori visti in Brasile, l'introduzione della tecnologia e la situazione dei fischietti italiani: Stefano Titomanlio, ex assistente di Serie A e ora opinionista televisivo, parla a ruota libera dello status arbitrale, regalando un'istantanea sospesa fra presente e futuro. "Il positivo arbitraggio di Rizzoli ha rivalutato la classe arbitrale italiana, soprattutto quella degli assistenti - ha affermato Titomanlio - a questo successo nostrano non deve farci dimenticare che molti direttori di gara, soprattutto nella fase a gironi, hanno lasciato a desiderare".
Tecnologia a chiamata
"Si tratta di arbitri di federazioni minori, che non hanno mai arbitrato gare di altissimo livello, è normale che trovino difficoltà nella massima competizione mondiale - ha continuato l'ex guardalinee - ma non si possono prendere i migliori venti fischietti del globo, così la domanda sorge spontanea, perchè non utilizzare l'ausilio del mezzo tecnologico?". Il commentatore ha le idee chiare: "Ogni allenatore potrebbe avere un bonus, un time out da giocarsi a chiamata nell'azione che ritiene incriminata. La Fifa ha dimostrato di aver voglia di evolversi, ma perchè non aprire alla tecnologia? Sarebbe un aiuto per tutti gli arbitri".
L'Italia s'è desta
"Siamo ad un punto di svolta, Rizzoli non è più giovanissimo e ha dimostrato che operando in modo tradizionale (senza i cinque arbitri utilizzati nell'ultimo campionato di A, ndr) - ha proseguito - è possibile esprimere al meglio tutte le proprie qualità, arrivando fino alla finale dei Mondiali". La critica arriva verso alcune situazioni non metabolizzate nello scorso torneo, per una mancata collaborazione tra arbitro centrale e quelli di area: "La qualità italiana è elevata, per far rendere al massimo il movimento credo serva abolire i compartimenti stagni tra le classi arbitrali - ha continuato - vanno istituite riunioni e un dialogo continuo tra fischietti di Serie A, B e di Lega Pro, solo con il confronto i giovani potranno crescere, tramite un lavoro di formazione".
Braschi, De Santis e Collina
"Nel '98, ai miei esordi, parlavo con personalità del genere, da cui si può solo imparare, ora i top class sono Rizzoli, Rocchi e Orsato, devono concedersi alle nuove generazioni, per fargli fare il salto di qualità - ha suggerito Titomanlio - arbitrare una gara di A non è così complicato, il difficile è il contesto, completamente differente rispetto alle serie minori. E poi spazio alla tecnologia".