STORIE - L'Italia si fa largo tra le grandi

Pubblicato il 6 maggio 2020 alle 16:35:29
Categoria: Rugby
Autore: Maurizio Penati

C’era il pubblico delle grandi occasioni sulle tribune delo stadio di Monigo, il 6 maggio del 1995. Tra loro anche i vertici della International Rugby Board, il massimo organismo dalle cui parole pendono tutti i principali eventi mondiali dello sport che si gioca con la palla ovale.

L’approssimarsi del Campionato del Mondo in Sudafrica aveva dato il “via” ad una serie di incontri ufficiali, quelli che fanno statistica insomma. Nella circostanza, una opposta all’altra c’erano la nazionale italiana e quella irlandese, esponente di spicco del rugby d’Oltremanica contro cui l’Italia aveva sempre dovuto alzare bandiera bianca. Successe proprio anche al cospetto dell’Irlanda che nel 1988 a Dublino aveva sconfitto gli azzurri per 31-15.

George Coste, allenatore della nazionale italiana, partì con Massimo Cuttitta, Carlo Orlandi, Franco Properzi-Curti, Roberto Favaro, Mark Renato Giulio Giacheri, Orazio Arancio, Julian Michael Gardner, Pierpaolo Pedroni, Alessandro Troncon, Diego Dominguez, Marcello Cuttitta, Massimo Bonomi, Ivan Francescato, Massimo Ravazzolo, Paolo Vaccari. Pronti ad entrare Stefano Bordon, Luigi Rosario Troiani, Francesco Mazzariol, Massimiliano Capuzzoni, Mauro Dal Sie, Moreno Trevisiol.

L’Irlanda allenata da Gerry Murphy rispose con un quindici guidato da capitan Terence John Kingston e forte della presenza di Popplewell, Halpin, Fulcher, Tweed, Foley, Halvey, Johns, Darragh William O'Mahony, Burke, Peter O'Mahony, Bell, Mullin, Wallace, Staples. A supporto Field, Elwood, Rolland, Corkery, Wallace, Wood.

Gli irlandesi partono all’arrembaggio e costruiscono un doppio vantaggio grazie ai due calci realizzati dal preciso Paul Burke. L’Italia però non demorde. Anzi: risponde colpo su colpo e rimette la gara in perfetto equilibrio grazie all’educatissimo piede del mitico Diego Dominguez, bravo a scagliare l’ovale in mezzo ai pali nei due calci avuti a disposizione. Il botta e risposta tra Burke e Dominguez tenne banco per tutto il resto del primo tempo, durante il quale l’Italia giocò una partita gagliarda, senza nulla concedere alla forte avversaria. Irlanda che andò al riposo in vantaggio 12-9.

La ripresa iniziò nel segno dell’italo-argentino che pareggiò i conti. Il quindici azzurro suonò la carica e prese decisamente il sopravvento: Paolo Vaccari riuscì a finalizzare una splendida azione d’attacco segnando la meta che, trasformata dal “solito” Dominguez portò il parziale sul 19-12. Con una prova di grande caparbietà e trascinato dall’entusiasmo del pubblico, il quindici in maglia azzurra eresse una Linea Maginot contro la quale andarono a sbattere tutti i tentativi irlandesi. Nel momento di maggior spinta dei britannici, un drop di Diego Dominguez fece scorrere i titoli di coda sulla prima storica vittoria dell’Italia in un match ufficiale con una nazione britannica.

Fu il primo passo del periodo di massimo splendore del rugby azzurro che trovò pochi ostacoli nelle gare ufficiali di Coppa Europa e guadagnò massima considerazione nella International Rugby Board che qualche anno dopo aprì all’Italia le porte del mitico “Cinque Nazioni” che allargò quindi a sei il numero delle partecipanti.

Un attestato di fiducia che il movimento azzurro ripagò nel migliore dei modi. Nella prima partita ufficiale, disputata in uno stadio Flaminio gremito in ogni ordine e posto, il 5 febbraio del 2000 l’Italia supera 34-20 la Scozia. Trascinatore è ancora Diego Dominguez che segna 3 drop e 7 punizioni: 30 punti in tutto. Un esordio pirotecnico che, purtroppo, restò episodico. Per rivedere il quindici azzurro vittorioso in una partita del “Sei Nazioni”, bisogna fare un salto di tre anni e 10 giorni: il 15 febbraio del 2003, ancora sul rettangolo verde dello stadio “Flaminio” di Roma, fu il Galles a cedere (prima volta nella storia) col punteggio di 30-22. A salire sul palcoscenico con il vestito dell’attore protagonista è, udite udite, Diego Dominguez che incide sull’affermazione azzurra mettendo la firma su 15 punti.

Dovranno passare altre quattro anni: il 24 febbraio del 2007 arriva la prima vittoria in trasferta. Allo stadio di Murrayfield, l’Italia fa girare la testa alla Scozia, imponendosi per 37-17 in un incontro aperto, dopo soli 20 secondi, da una meta di Mauro Bergamasco e che 6 minuti vede l’Italia clamorosamente in vantaggio per 21-0. L’ultima vittoria italiana in ordine di tempo è piuttosto datata. Era il 12 marzo del 2011 quando al “Flaminio” l’Italia ricaccia indietro la Francia al termine di una partita rocambolesca che vede Mirco Bergamasco e soci ribaltare la partita a loro favore, piazzando un mortifero parziale di 16-3 negli ultimi 21 minuti. Da quel giorno, però, al Sei Nazioni, la gioia della vittoria, per l’Italia, è rimasta solo un miraggio.