La Stramilano a modo mio, oltre alle antilopi africane, la prima volta di mio nipotino Antonio.
di Giuliano Orlando
La Stramilano 2023 ha acceso e spento le 50 candeline, in un tripudio di colori e sapori, illuminata dal sole e dall’esercito infinito di gente che ha invaso la capitale lombarda, nell’unico modo che ci si deve impossessare di un territorio, porgendo i sorrisi dell’amicizia e della fratellanza per approdare nella storica Arena, e applaudire i cavalieri del cielo che planavano sul prato facendo garrire al lieve vento le bandiere d’Italia, della Stramilano e dei carabinieri che hanno reso ancora più bello un giorno indimenticabile, l’unico all’anno in cui gli automobilisti accettano di restare fermi, senza alcun reclamo.
Come da pronostico, le gazzelle d’ebano hanno completato il podio sia tra le donne che tra gli uomini. Figure quasi irreali, sirene le prime, giganti senza peso i secondi, che sfiorano l’asfalto sfuggendo ad ogni legge di gravità. Gli altri corrono, loro volano. Anche stavolta ha vinto un kenyano, ripetendosi dal 2013, con l’impresa dell’inedito ventenne Cosman Mwangi Boi in 59'39” tempo notevole, per un esordiente assoluto, seguito da Kipkemboi Too (61'04") e Bernard Musau Wabua (1h'08"). Ottimo quinto Paquale Selvarolo in 1h.02'53" e sesto Luca Alfieri in 1h04'48". Tra le fanciulle, dopo l’intermezzo del 2022, assenti le africane più quotate, dove la nostra Giovanna Epis, fece un mezzo miracolo vincendo alla grande su Fraida Hassanatte del Ciad, terza Aurora Bado, sono tornate le antilopi degli Altipiani, finendo con una volata mozzafiato. La kenyana Gladys Cherop Longari, chiude davanti all'etiope Aberash Shilima Kebeda, con l’identico tempo di 1h.07'27" e la differenza di 5 centesimi per la vincitrice. Terza Anchinalu Dessie Genaneh (1h.07'29"). Prima italiana, l’indomita Giovanna Epis, sesta in 1h.12'00" seguita da Rebecca Lonedo in 1h12'09", quindi Maria Gorette Subano (1h14'02") e Anna Arnaudo (1h14'12") nona. Questi e queste sulla vetrina del podio o appena sotto. A loro gli applausi e i riconoscimenti di un pubblico infinito.
Con certezza, la Stramilano è la più bella espressione per quel riguarda la festa della gente, dove le storie sono mille e più di mille. Una ve la voglio raccontare e riguarda mio nipote Antonio, 12 anni appena compiuti, seconda media con ottimo rendimento, ma scarsa attitudine alla fatica sportiva, salvo qualche calcio sui prati del Parco Nord, non lontano da casa, senza mostrare, per fortuna, la vocazione ad imitare i vari Messi o Ronaldo. Qualche giorno addiietro ho consegnato ad Antonio la sacca della Stramilano, senza alcun consiglio, semplicemente come un pensiero gentile. L’ha aperta e preso atto del contenuto con curiosità e interesse. Commentando: “Va proprio bene, tutte cose che userò nel prossimo viaggio di aprile, quando la scuola ci porta a Napoli, per conoscere non solo la città, ma anche Pompei e la Reggia di Caserta. Così posso risparmiare sulla spesa del vitto e fare più regali”.
La sera della vigilia mi telefona la mamma, ovvero mia figlia Cristina, che fa la mia stessa professione di giornalista e che in passato ha corso tre volte la maratona di New York, mettendomi al corrente che l'indomani tutta la famiglia si sarebbe presentata alla partenza della Stramilanina, coinvolgendo anche papà Pasquale, che in vita sua l’unico percorso accettabile è sempre e solo stato quello dal box a casa. Tutto questo reso possibile anche grazie al generale Alfonso Miro comandante del Comando Militare dell’Esercito “Lombardia”, sportivissimo e organizzatore della conferenza stampa a Palazzo Cusani, dove vennero presentati i protagonisti della Stramilano agonistica, che li ha convinti a portare Antonio alla Stramilanina.
Averli coinvolti in blocco è stata la più bella vittoria, lo dico da nonno, convinto che il mio esempio di maratoneta infinito, visto che ne ho fatte 36, in giro per il mondo nei vari continenti, l’ultima a 78 anni, vincendo anche quella di Milano tra gli over 70 nel 2005, fosse caduto nel vuoto. Mi ero sbagliato. Tornati a casa, non finivano più di esprimere entusiasmo e soddisfazione per l’esperienza e in particolare Antonio, che ha trovato la corsa davvero divertente. “Sai nonno che ad un certo punto mi sono messo a correre superando tanta gente. Una bella giornata che racconterò ai miei compagni di scuola. Grazie per avermi regalato la sacca, quella maglietta e la medaglia faranno bella mostra nella mia stanza. Se ne avrai voglia vorrei provare a correre con te, per conoscere i tuoi segreti da maratoneta”.
Senza alcune leziosità, ma la Stramilano si è confermata scuola ed esempio per portare un giovane a scoprire lo sport. Uno su 60.000 sembra nulla. Invece è moltissimo, perché per una storia che ho fatto conoscere, altre cento e forse mille, hanno seguito lo stesso percorso, con la differenza che mancava il nonno a raccontarle.
Giuliano Orlando