I tifosi inglesi spenderanno 1,3 miliardi di sterline per assistere ai match della propria squadra durante questa stagione. A gravare sul portafoglio, l’aumento dei prezzi dei biglietti, degli abbonamenti televisivi e del merchandise delle società.
La ricerca eToro Fan Financial Statement, effettuata dalla piattaforma di investimenti multi-asset insieme a KPMG Football Benchmark, fornisce uno studio completo sull’impegno finanziario che i tifosi della Premier League devono sostenere per seguire la propria squadra del cuore, e quali club garantiscono il migliore rapporto “qualità-prezzo”.
Fast facts:
Il report analizza le spese sostenute dai tifosi nel corso delle ultime 5 stagioni, incluse le spese per le trasferte in auto/treno, quelle per acquistare prodotti del club, biglietti, cibi e bevande serviti allo stadio e abbonamenti TV.
Gary Neville, leggenda del Manchester United, ora opinionista per Sky Sport, ha dichiarato: “Il mondo del calcio deve fare una riflessione. Ha molti aspetti positivi, come la qualità degli stadi e del gioco offerto, così come l’atmosfera coinvolgente, ma per me il tema dell’accessibilità economica deve essere affrontato.
“Questo report evidenzia dei dati che spero possano essere un campanello di allarme. Il calcio è al di sopra delle altre attività ricreative, è più di un semplice gioco. Coinvolge la comunità e per questo motivo dobbiamo fare in modo che sia accessibile a tutti”.
Per comprendere meglio i costi che devono sostenere gli appassionati di calcio, eToro ha analizzato nel dettaglio le spese dei tifosi più fedeli. La ricerca si è concentrata sugli abbonati, prendendo in considerazione un adulto che assiste a tutte e 19 le partite casalinghe e segue la squadra in almeno 5 trasferte. Durante questa stagione gli abbonati spenderanno 1.888 sterline, ovvero l’8% del reddito annuale medio di un cittadino del Regno Unito.
Dalla stagione 2014/15 il prezzo degli abbonamenti è aumentato solo dell’1%, calmierato dal limite di costo massimo che la lega inglese ha imposto ai club per quanto riguarda i biglietti delle trasferte. Ad incidere anche gli sforzi dei club nel mantenere accessibili i costi degli abbonamenti.
A gravare maggiormente sulle spese dei tifosi sono invece i costi degli abbonamenti televisivi (+40%), merchandise (+21%), biglietti dello stadio (+14%), cibo e bevande (+11%) vendute negli stadi. Ad esempio, il prezzo di una fetta di torta è aumentato del 17% negli ultimi 5 anni. Allo stadio del Chelsea, una fetta di torta costa 4.60 sterline, contro le 3 sterline dello stadio del Burnley. Nella stagione 2019/20 i tifosi dovrebbero spendere oltre 23.8 milioni di sterline per acquistare le magliette: +32% rispetto al 2014/15.
Andrea Sartori, Global Head of Sport presso KPMG, ha commentato: “I dati evidenziano che non tutti i costi sono aumentati in modo omogeneo e che gli incrementi più significativi dipendono da voci di spesa che non sono sotto il controllo dei club, come viaggi, abbonamenti TV e merchandise. La ricerca rivela anche che la situazione non è del tutto negativa per i tifosi della Premier League. Iniziative volte a contenere il prezzo degli abbonamenti hanno consentito di avere in incremento percentuale del costo di questi dell’1%, significativamente inferiore a quello dell’inflazione”.
L’Arsenal è la squadra più costosa da seguire, con abbonamenti che costano in media 2.238 sterline a stagione. Tuttavia il costo è aumentato solo del 2,4% rispetto al 2014/15: l’incremento percentuale più basso degli ultimi 5 anni tra tutti i club di premier. Il Newcastle United è l’unico club non appartenente ai top 6 a fare parte delle prime 6 squadre più costose da seguire. A pesare il costo degli abbonamenti e degli alimenti e bevande venduti al St James' Park, con un +4,1% annuo dal 2014. I viaggi sono un’altra voce di spesa particolarmente gravosa: e non sorprende che i Magpies per seguire la squadra in trasferta viaggino più in treno (+68%) e in auto (+65%) rispetto alla media dei tifosi della Premier.
Ciascun club ha una propria offerta dedicata ai tifosi, eToro Fan Financial Statement ha evidenziato che alcuni fan possono godere di un miglior “rapporto qualità-prezzo” tra quanto speso per gli abbonamenti, quanti gol la squadra ha segnato in stagione e quanti punti ha conquistato.
Questo particolare rapporto ha evidenziato che sebbene i tifosi del Liverpool debbano affrontare un costo più elevato per abbonarsi, vantino un rapporto “prezzo-gol-punti” tra i migliori. Ma i più fortunati in questo senso sono i tifosi del Manchester City che hanno sborsato 16.90 sterline per ogni goal e 16.30 sterline per ogni punto. Inoltre, l’abbonamento al club costa il 12% in meno rispetto alla media della Premier. I peggiori “affaristi” i tifosi dell’Huddersfield Town che hanno sborsato ben 70 sterline a gol e 96 a punto per poi vedere la squadra retrocedere.
“Non si tratta solo di soldi – ha proseguito Gary Neville – ma di anche di passione. Pensiamo a una famiglia che abita lontano dallo stadio e che nel fine settimana vuole vedere giocare dal vivo i propri beniamini. Da piccolo, ogni sabato, era la mia ossessione, la cosa più importante del mondo. Ho continuato a sognare questo fin quando, a 15 anni, sono stato ingaggiato dal Manchester United”.
Iqbal V. Gandham, CEO di eToro UK ha concluso: “In qualità di sponsor di 6 squadre di Premier League, cerchiamo di assicurarci di restituire ai tifosi il più possibile. La nostra challenge “Le Tiss Air” è stata ben accolta dai tifosi del Southampton e questa è solo la prima di molte iniziative che porteremo avanti nel corso della stagione, con l’intento di premiare i fan più fedeli che investono in ciò che amano.
“Siamo consapevoli del forte coinvolgimento emotivo che c’è tra tifosi e club: per seguire la propria squadra del cuore sarebbero in grado di spostare le montagne. Volevamo fare qualcosa per questi tifosi, fornendo loro un report sulle spese che devono affrontare e su come, sul piano economico, la situazione sia mutata nel tempo. In questo modo speriamo di dare il via ad un dialogo costruttivo sul futuro del calcio e su come si possa cercare di diminuire il gap tra quanto spendono i tifosi, cuore pulsante di questo sport, ed il ritorno che hanno”.
FONTE: INC – Istituto Nazionale per la Comunicazione