Oggi Daniele De Rossi compie 36 anni, la maggior parte dei quali trascorsi onorando la maglia giallorossa della Roma. De Rossi, o DDR come amano chiamarlo a Roma, è sempre stato considerato come uno dei figli della Capitale, insieme a Totti ha rappresentato la romanità della città, trasmettendo in campo quelli che sono i caratteri sociali della realtà capitolina. Daniele muove i suoi primi passi calcistici nell’Ostia mare (1997-2000), per poi passare quasi immediatamente alla Roma- prima nelle giovanili (2000-2001), e successivamente in prima squadra (2001-2019).
Con la maglia della Roma colleziona 616 presenze e 63 marcature. Dopo Francesco Totti (786) De Rossi è il giocatore che ha indossato più volte la casacca della Roma, davanti, comunque, a Giacomo Losi (455). Come Capitan Totti alza la Coppa del Mondo sotto le stelle di Berlino nel 2006, ma non riesce a portare la Roma alla vittoria del Campionato. Il Palmarès di De Rossi con la Roma è inversamente proporzionale al suo amore per la maglia. Con il club capitolino colleziona solamente due Coppe Italia (2006-2007, 2007-2008) e una Supercoppa Italiana (2007). È ormai celebre per la capitale la frase di Daniele in cui afferma che il suo "unico rimpianto è quello di poter donare alla Roma una sola carriera." DDR è l’esempio di come l’amore per la maglia vada oltre le vittorie, oltre la carriera. Il ragazzo di Ostia non si è mai tirato indietro, è sempre stato presente nelle disfatte europee - dal 7-1 di Manchester al 6-1 a Barcellona, passando per il 1-7 con il Bayern -, e non ha mai avuto paura di assumersi la colpa a nome della squadra.
Dopo l’addio di Totti, il saluto di De Rossi segna l’inizio di una nuova fase a Roma. I simboli della romanità tanto cari al pubblico di fede giallorossa vengono meno quasi contemporaneamente. Non solo, Totti nel giro di pochi mesi da l’addio a Roma due volte, sotto duplice veste: prima da giocatore poi da dirigente. La fredda e frettolosa separazione tra DDR e l’ASR inizia a creare per la città alcuni malumori. La quasi contemporanea conferenza d’addio di Totti come dirigente, durante la quale l’ex 10 della Roma ha usato parole estremamente dure nei confronti della società, ha contribuito a fomentare in città un clima generale d’astio tra i tifosi e la dirigenza. I primi accusano Pallotta e il nucleo dirigenziale giallorosso di aver messo alla porta sia Totti che Daniele De Rossi, di voler portare avanti un progetto che mira ad estraniare i romani dalla Roma. Francesco Totti nella sua ormai celebre conferenza d’addio del giugno passato, accusava la dirigenza romanista di non averlo mai preso in considerazione per scelte della società, di averlo intrinsecamente obbligato a ritirarsi prima come calciatore e poi come dirigente: "Sapevano le mie intenzioni, la mia voglia di voter dare tanto a questa squadra, a questa società, ma loro sinceramente non hanno mai voluto. Mi tenevano fuori da tutto."
Le proteste verso la società non hanno tardato ad arrivare. Sia nella parte antistante il campo d’allenamento di Trigoria, sia nel cuore della città sono stati esposti dai tifosi vari striscioni di protesta verso la società e di solidarietà nei confronti di De Rossi e Totti. Quelli più celebri recitavano: “Figli di Roma, capitani e bandiere. Ecco il rispetto e l’amore che questa società non potrà mai avere”; “DDR nostro vanto”. Con l’addio di De Rossi e il doppio addio di Totti si chiude un capitolo della Roma, una storia romantica che ha fatto sognare, piangere e gioire migliaia di cuori giallorossi a cavallo di almeno tre generazioni. L’enorme eredità che lasciano questi due gladiatori, simile forse più a un macigno, sarà raccolta dall’ennesimo figlio di Roma: Alessandro Florenzi. Il ragazzo di Vitinia - quartiere originario di Florenzi - dovrà interpretare il ruolo di capitano com’è nelle sue corde, senza “scimmiottare”, citando De Rossi, né Totti né Daniele. Dovrà interpretare a modo suo il romanismo che porta dentro sé, ed aiutare a traghettare la squadra fuori dal pantano calcistico -amministrativo nel quale si trova. Sarà in grado? La Roma sponda giallorossa naturalmente si augura di sì. Nel mentre il futuro di Daniele De Rossi sembra sempre più lontano da Roma. Il tignoso centrocampista ormai ex Roma ha più volte asserito di sentirsi ancora giocatore, di non voler appender gli scarpini al chiodo. L’interesse dimostrato dal Boca è qualcosa di sempre più concreto. Non ultima, la nazionalizzazione argentina del giocatore colombiano Frank Fabra sembrerebbe confermare ancor di più il matrimonio tra DDR e la squadra argentina. Infatti, con la nazionalizzazione di Fabra si libererebbe uno slot da extracomunitario che potrebbe essere occupato appunto da De Rossi. Abbastanza incerto appare anche il futuro della Roma targata Paulo Fonseca. L’ex allenatore Šachtar Donec'k potrà contrare sugli inserimenti in rosa di A.Diawara, Spinazzola e Pau Lopez -aspettando altre soprese del mercato - per migliorare il 6° posto della stagione passata. La squadra giallorossa dopo aver finto in scioltezza le prime due uscite stagionali contro il Trastevere e il Tor Sapienza, rispettivamente 10-1 e 12-0, partirà tra pochi giorni in direzione Umbria dove il 31 luglio affronterà il Perugia e l’8 agosto il Valladolid. Tra le due sfide, il 3 di agosto, andrà invece in scena l’amichevole contro i francesi del Lille presso lo stadio di Stade Pierre-Mauroy. Se, dunque, il futuro di De Rossi e della Roma restano attorniati da contorni non troppo chiari, il futuro di Francesco Totti appare la vera incognita. Ad oggi nessuno ha idea di quello che sarà il percorso di Francesco nel mondo del Calcio, sempre se deciderà di proseguire. Con l’addio di Totti e De Rossi si conclude una parte della storia della Roma, ma ciò era inevitabile. Forse, però, ciò che si poteva evitare era un saluto tanto amaro come quello andato in scena all’ombra del Colosseo. Forse si sarebbero potute fare delle considerazioni differenti, meno improntate sul lato economico e più su quello umano… o forse no?
Auguri Daniele.
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