Una vita particolare quella di Taribo West, ricca di aneddoti, vittorie, screzi con gli allenatori, ma anche di tanto affetto ricevuto dai tifosi che lo hanno sostenuto
Originale, come le treccine multicolore che lo hanno contraddistinto per tutta la carriera, il suo marchio di fabbrica. West nasce a il 26 marzo 1974 e oggi soffia sulla 47esima candelina, ma sono tanti i dubbi che si celano dietro la sua vera età da quanto l’ex presidente del Partizan Belgrado ha affermato, durante un’intervista, che il Nigeriano avesse 12 anni più rispetto a quelli da lui dichiarati. Qualcuno lo ha preso come uno attacco gratuito, Ronaldo e Vieri hanno scherzato sulla questione, altri ancora invece ci hanno creduto e West non si è mai pronunciato sull’argomento alimentando inevitabilmente la curiosità e l’incertezza. Non è infrequente, d’altra parte, che i giocatori mentano sulla propria età per aumentare il proprio valore contrattuale. La sua carriera è costellata di cambiamenti. Muove i suoi primi passi con la maglia dell’Auxerre e arriva, nel 1996, a conquistare l’oro olimpico con la Nigeria. Moratti crede in lui e l’anno successivo lo accoglie la Beneamata dove con 65 presenze e due gol in due stagioni totali sfoggia in campo la sua presenza irruenta e la sua personalità che immediatamente gli procurano l’affetto e il sostegno del pubblico neroazzurro. Nel 1998 si rende protagonista della vittoria in Coppa UEFA, siglando il gol decisivo contro lo Schalke nei quarti di finale e regalando all’Inter le qualificazioni alle semifinali. Nonostante l’esperienza molto positiva all’Inter, nel 2000 le sue treccine si tingono di nero e rosso. “Ho fatto un sogno, ho capito che il mio destino era quello di andare al Milan”. Così West giustifica il suo cambio maglia ma a causa delle numerose assenze dal campo dovute alla Coppa d’Africa, e alle condizioni fisiche non eccellenti il suo apporto alla squadra non risulta fondamentale. A fine stagione abbandona il Milan per il Derby County e anche da qui a fine campionato è già pronto a ripartire. Vent’anni dopo accuserà i medici di essere stati corrotti dalla mafia per simulare la sua inidoneità fisica a giocare, in modo da fargli lasciare la squadra italiana.
I suoi viaggi continuano, e dopo l’Inghilterra vola in Germania dove per una stagione gioca con la maglia del Kaiserslautern per poi approdare al Partizan Belgrado, e ancora in seguito al club dell’Al Arabi, al Plymouth e al Julius Berger. Infine, accetta l’offerta del Paykan Teheran e nell’estate del 2008 si ritira ufficialmente. Non hai mai soppresso il proprio carattere e non sono mancati battibecchi coi compagni e gli allenatori che spesso lo hanno lasciato in panchina: dagli insulti e dalle maglie lanciate contro il tecnico Lucescu agli scontri contro Lippi, il suo rapporto con i Mister è sempre stato movimentato. La religione ha sempre avuto un ruolo preminente nelle sue scelte e oggi West, autoproclamatosi pastore ecumenico, dedica la sua vita a Dio dividendo le sue giornate tra la gestione della scuola di calcio fondata assieme all’ex attaccante del Milan Weah e quella delle chiese che ha fondato a Milano e in Nigeria, alternando attività di volontariato e di evangelizzazione come lui stesso afferma: “Sono grato a Dio perché ha fatto di me il suo strumento per evangelizzare le persone.” Gli anni passano ma West dopo il ritiro non è affatto scomparso. È rimasto nel cuore degli italiani e in particolare dell’Inter che oggi, infatti, ha voluto comunicare il suo affetto e la sua gratitudine con un messaggio di auguri sul proprio sito ufficiale: da parte di FC Internazionale Milano e dei tifosi, tanti auguri a Taribo West che oggi compie 47 anni!"
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