SIENA. L’organizzatore romano Davide Buccioni, approdando in Toscana nella città di Siena, ha scelto la storica Fortezza Medicea, eretta nella città toscana tra il 1561 e il 1563, su ordine del duca di Firenze Cosimo I de' Medici, per imporre la potenza territoriale ai riottosi senesi che difendevano la propria indipendenza. La fortezza sorge in prossimità del quartiere di San Prospero, a fianco dello Stadio Artemio Franchi, dove gioca la Fiorentina. Da anni nella struttura all’interno di un vasto parco, vengono allestiti concerti e spettacoli vari e il pugilato ha fatto la sua comparsa con una serata titolata nella Piazza Caduti delle Forze Armate. Sia pure con numeri limitati, è tornato anche il pubblico che ha festeggiato con calore il loro beniamino Davide Tassi (11), 30 anni a ottobre, vincitore largo del coraggioso romano Davide Tiberi (7-1), 29 anni compiuti il 21 agosto, al quale è mancata l’esperienza per poter discutere alla pari col mancino di Massa, anche se nel primo round, centrando Tassi con un destro al bersaglio alto e facendolo contare, ha accarezzato il sogno tricolore. Durato un solo round. Pronostico dunque rispettato, anche se il romano ha confermato il carattere da guerriero, che lo ha distinto fin dai tempi del dilettantismo. Alternando lo studio al lavoro di pasticcere e la passione per la boxe, culminato con la conquista del titolo regionale nei 56 kg. e l’accesso agli assoluti di Gorizia nel 2017. Purtroppo con poca fortuna. A quel punto l’allievo del maestro Michele Carpinelli, che insegna alla Campagnano Boxing Team, decide di passare professionista l’anno dopo, disputando tre incontri, nel 2019 sale sul ring due volte, mentre nel 2020 a causa della pandemia si ferma e pensa di smettere. Un brutto colpo per il suo maestro, che ha sempre creduto nel guerriero nato ad Anguillara Sabazia, alle porte di Roma e chiudere così non lo ritiene bello. Va a trovare Davide e lo convince a tornare in palestra. Ottiene due vittorie che portano il record a quota sette. L’opportunità tricolore arriva forse prima del previsto, ma non per questo viene rifiutata. “Sapevamo che Tassi oltre che molto bravo aveva più esperienza, abituato alla lunga distanza avendo già detenuto il titolo. Ci è sembrato giusto provare e tutto sommato, nonostante la sconfitta, possiamo essere moderatamente soddisfatti. Anche se eravamo consapevoli delle difficoltà, siamo saliti sul ring per vincere. Da come eravamo partiti, col conteggio subito da Tassi, tutto poteva accadere. Sulla distanza ha prevalso il pugile più esperto, con alto tasso tecnico e tattico. Un campione che pratica la boxe meno adatta alle qualità combattive di Tiberi. Pagando pedaggio. Ma abbiamo solo perduto una battaglia, pronti più avanti a vincere la guerra”.
Il neo campione Tassi si è ripreso la cintura che aveva già conquistato il 24 ottobre 2020 a Massa, battendo Emiliano Salvini (19-35-2), 42 anni, abbonato alle sconfitte da troppo tempo, che la FPI dovrebbe fermare. Il 7 luglio scorso a Piossasco periferia di Torino, è stato sconfitto da Daniele Limone (17-8-1), altro veterano di 37 anni, ex campione italiano, fermo dal 2018, che ci auguriamo abbia voluto chiudere la carriera con una vittoria. Il mancino toscano aveva rinunciato al titolo, avendo accettato di battersi il 26 febbraio scorso all’Allianz Cloud di Milano nella serata allestita dalla Opi Since 82-Matchroom-DAZN, contro Francesco Grandelli (14-1-1) per il vacante Internazionale IBF dei pesi piuma, sui dieci riprese. Purtroppo dovette rinunciare per un incidente in allenamento, che si è ripetuto mesi addietro, mentre preparava la sfida tricolore contro Davide Tiberi, fissata per il 23 luglio. Superando l’ennesimo impasse, ha completato la preparazione nel modo migliore, guidato dal suo maestro Giancarlo Talamoni, che lo accolse nel 2007 a sedici anni nella Pugilistica Massese e da allora è sempre stato suo fedele allievo. Nei dilettanti ha svolto intensa attività disputando oltre 60 incontri, con quattro presenze agli assoluti dal 2011 a vent’anni fino al 2014 a Gallipoli nelle Puglie, dove ottenne il secondo bronzo, dopo quello della precedente stagione a Galliate in Piemonte. Sul ring di Siena è tornato campione dei piuma, una delle categorie più longeve in assoluto. La sfida di Siena risulta la 158° e riporta il toscano sul trono nazionale, dopo il breve regno del romanino di colore Cristopher Mondongo (9-3), che l’aveva conquistata il 26 marzo scorso a Roma, battendo per ferita al settimo tempo Laze Suat (25-7-1), stagionato atleta (41 anni) ma sempre ostico, nato in Albania, residente a Como dove gestisce una fiorente palestra, professionista dal 2006, al momento dello stop sulla stessa linea del rivale. Che pochi mesi dopo lasciava il titolo per tentare il WBC del Mediterraneo supergallo. Fallito contro il mancino francese Marvin Callea (7-1) a Ladispoli sui dieci round.
A distanza di cinque mesi, il ragazzo di Massa si riprende il titolo battendo dopo una prova tatticamente perfetta il romano Tiberi, a cui va dato atto di una tenacia notevole, ma anche di un limitato repertorio tecnico, salvo la fiammata del primo round, già descritta, opportunità che nelle altre nove riprese non si è più ripetuta. Merito di Tassi, che ha sempre anticipato l’avversario, colpendo ed evitando la reazione con spostamenti sul tronco che sono la specialità del campione. Vittoria nettissima (98-91. 98-91, 97-92) come indicano i tre giudici e come ha rispecchiato l’andamento del confronto. Il campione è soddisfatto, anche se sottolinea che certe distrazioni non debbono ripetersi: “Nella boxe basta un pugno per decidere il risultato. Tiberi mi ha centrato a freddo e devo dargli atto che è stato bravo. Per fortuna mi sono ripreso subito. Da quel momento ho mantenuto la concentrazione al massimo, vincendo tutti gli altri round. Tiberi è stato molto bravo, tenendomi sotto pressione fino all’ultimo. Il suo attuale limite è che non varia l’offensiva, ma se migliora sul quel fronte, diventa pericoloso per tutti”
Le prospettive?
“Un paio di difese per aumentare sia l’esperienza che migliorare la base tecnica. Sono ancora troppo rigido e questo a livello europeo è un limite che debbo superare. L’anno prossimo potremmo pensare, d’accordo col mio maestro Giancarlo Talamoni e il manager Mario Loreni, a qualcosa in Europa”.
Storicamente in Italia il primo campione fu Azzo Gentile che conquistò il tricolore sul quadrato allestito all’Eden Club di Milano a spese di Ernesto Cavagnoli finito KO al quinto tempo. Era il 5 settembre 1914, una sfida tutta milanese. Gentili lasciò la cintura l’anno dopo per conquistare quella dei gallo, il 18 ottobre 1915, costringendo alla resa al quarto round, l’altro milanese Ernesto Riva.
A livello mondiale, il 13 gennaio 1890 nella californiana San Francisco, Billy Murphy “Torpedo” giunto dalla Nuova Zelanda, spediva KO al 14° round Ike O’Neill Weir, irlandese del Nord, che i suoi fans chiamavano “Belfast spider”, residente a Boston nel Massachussetts. Tre anni prima nel 1887, ci aveva provato contro Tommy Warren, americano di Luisville nel Kentucky a Washington. La sfida si protrasse per venti riprese, finite in parità. Lo stesso risultato che il 31 marzo 1889 a Kouts, piccola cittadina nello Stato dell’Indiana, decretarono i giudici nella sfida tra Franck Murphy, inglese di Birmingham e lo stesso Ike O’Neill Weir, la cui tenacia non fu mai ripagata dai risultati. I due battagliarono, per 80 riprese, così riporta la “Gazzetta della Polizia” locale, specificando che al vincitore sarebbe spettata anche la cintura di diamanti, oltre al titolo di primo campione piuma. Il pari rinviò tutto e il primo campione ufficiale fu appunto il neo zelandese Billy Murphy “Torpedo”, al quale seguì l’australiano Young Griffo, che detronizzò Billy Murphy a Sydney il 2 settembre 1890 per KO al 15° tempo.
Dopo un lungo riposo, dovuto alla pandemia, ma anche agli innumerevoli rinvii del vacante europeo leggeri, è tornato a combattere il campano Gianluca Ceglia (16-3-1), 31 anni, pro dal 2009, campione italiano nel 2016, attività ridotta con la media di un match all’anno. A Siena ha affrontato Nestor Maradiaga (9-12-2), pro dal 2016 a 15 anni in Nicaragua, trasferitosi a Venezia nel 2020, arresosi al sesto round, dopo una quinta ripresa molto sofferta. Ceglia ha offerto una bella prestazione, che ci auguriamo ripeta anche l’11 dicembre a Helsinki, quando finalmente affronterà Edis Tatli (32-3), 34 anni, nato a Prizren in Kosovo, origini albanesi, residente a Helsinki dagli anni ’90. Campione finlandese nel 2005, ha partecipato agli europei youth nel 2025 a Tallin in Estonia, subito eliminato. Nel 2007 a vent’anni passava professionista e nel 2015 conquistava l’europeo leggeri, perso e riconquistato fino al 2018. Il 20 aprile 2019, affrontava a New York l’imbattuto Teofimo Lopez che lo metteva KO al quinto round. L’ultimo match il 10 agosto 2019. Dopo oltre due anni, torna a combattere affrontando sul ring amico di Helsinki il nostro Ceglia per il vacante europeo leggeri.
Il massimo fiorentino Pietro Cappelli (3-1), nonostante i 37 anni, conferma di avere pugno pesante. Contro il serbo Dejan Velikovic (3-6), 29 anni, ha risolto la faccenda in meno di un round e ha fatto sapere al suo manager Mario Loreni di lanciare la sfida al campione italiano L’altro toscano, il supermedio Simone Bicchi (6) ha proseguito nella striscia vincente, dominando il serbo Duran Stojanovic (1-6) lungo le sei riprese, altro tassello positivo per puntare al tricolore della categoria.
Giuliano Orlando