Al Madison di New York, le due star del boxing in rosa, l’irlandese Katie Taylor (21) che metteva in palio le quattro cinture (WBC, WBA, WBO e IBF) leggeri e la portoricana Amanda Serrano (42-2-1), che provava a sfilargliele, si sono affrontate sui dieci round che li ritengo in assoluto i più spettacolari al femminile. Due giudici su tre hanno preferito l’irlandese, personalmente avrei dato il pari. Ho rivisto diverse volte il filmato e non ho cambiato idea. La Serrano, che molti insistono abbia 39 anni e non 33 come dichiara, è stata protagonista, salvo la prima, per cinque riprese, imponendo un ritmo pazzesco, al quale l’irlandese opponeva colpi isolati sia pure potenti. Nella quinta l’offensiva della portoricana è stata pazzesca mettendo in serie crisi la Taylor al punto da rischiare il conteggio. Sullo slancio la Serrano si è fatta preferire anche nel sesto round, nel quale l’avversaria ha potuto recuperare iniziando l’incredibile recupero. Tenendo conto che tutte le riprese si sono svolte con intensità pazzesca, mai un momento di pausa, nessun clinch e tantomeno abbracci. Solo pugni in ogni momento. Dal settimo round, la Serrano pur proseguendo ad attaccare perdeva in esplosività e precisione mentre la Taylor trovava il tempo dei rientri e il movimento delle gambe. Questo fino all’ultimo round, quando entrambe hanno scavato dal fondo del barile le energie rimaste, per la gioia del pubblico, che ha riempito il Madison e ha applaudito in segno di ringraziamento per lo spettacolo offerto dalle due guerriere indomite. Se la Serrano ha disputato un match di intensità assoluta, la Taylor ha trovato nell’orgoglio tutto irlandese, la forza di capovolgere una sfida che sembrava ormai segnata. Che abbia sofferto lo fotografava il viso segnato e ferito come mai in passato. Ma anche sorridente per la vittoria. Che ci sia la rivincita è sicuro. E stavolta non si parlerà più di sfida del secolo al femminile. Quello che hanno mostrato è lo Zenit del pugilato in assoluto. Bis previsto ancora al Madison a settembre. Da una parte la Serrano ha la rabbia di non aver potuto aggiungere quel sigillo mondiale che l’avrebbe collocata al vertice assoluto, dopo essere stata regina di supermosca, gallo, supergallo, piuma, superpiuma, leggeri e addirittura superleggeri nel 2018. L’irlandese Katie Taylor (20), nata il 2 luglio 1986, (35 anni), dovrà confermare la superiorità decretata da due giudici, ma contestata vivacemente dal clan portoricano. Essere ancora al vertice assoluto nelle pro, dopo una carriera dilettantistica favolosa con cinque ori mondiali, quello olimpico nel 2012 a Londra, titoli europei e tornei internazionali è incredibile. Ha fatto parte della nazionale irlandese di calcio, affrontando nel 2008 anche l’Italia, contro la quale segnò il gol della bandiera, contro i quattro dell’Italia. Calca il ring dal 1998 a 12 anni, sempre guidata dal padre Peter. Passa professionista il 26 novembre 2016 firmando per la Matchroom di Eddie Hearn, che l’ha portata in tempi brevi ai vertici mondiali. Oltre alle cinture WBC, WBA, WBO e IBF nei leggeri, ha vinto anche il WBO superleggeri, subito lasciato.
Nella serata allestita dalla Matchroom di Eddie Hearn, l’altro mondiale femminile supermedi, ha sorriso a Francan Crews Dezurn (8-1) di Baltimora nel Maryland, esordio nei pro nel 2016 contro la pluritìtolata Claresa Shields, vincitrice ai punti sui 4 round. La sfida contro la longilinea svedese Elin Cederroos (8-1) pro dal 2017, da gennaio 2020 solo tre match disputati, ferma da 16 mesi. In palio quattro cinture, WBA e IBF della svedese, WBO e WBC dell’americana. Sfida a senso unico per la Dezum, partita subito all’attacco, annullando il vantaggio della Cederroos, costretta sempre in difesa, con poche opportunità di replica. Verdetto unanime con largo vantaggio e nel carnet della Dezurn un poker di cinture. Torna alla vittoria il superwelter inglese Liam Smith (34-3-1) che tenta una risalita faticosa a 33 anni, dopo un percorso esaltante da 2008 al 2015, col mondiale, poi tre inciampi pesanti tra il 2016 e il 2021. Il primo contro Canelo Alvarez, l’altro col messicano emergente Munguja (39) nel 2018 e l’anno dopo di fronte al russo Kurbanov (22). Hearn lo ha riproposto contro Jessie Vargas (29-4-2) di Las Vegas, che ha tenuto botta per quattro round, poi il lavoro sordo dell’inglese, lo ha costretto ad allentare la difesa fino al momento della resa, avvenuta al decimo e ultimo round. All’inglese l’Intercontinentale WBO. Prosegue la striscia vincente del giovane medio mancino Austin Williams (11), vincitore per KOT al secondo tempo sul trentenne Chordale Booker (1-1), ottimo dilettante, subito in difficoltà, che subisce la prima sconfitta da pro. Galal Yafai (2), oro olimpico a sorpresa ai Giochi di Tokyo, ha messo Miguel Cartagena (17-7-1) kot al secondo round, subito in difficoltà sotto i colpi del mancino inglese, padrone del ring. Yafai mantiene l’Internazionale mosca WBC. L’altro appuntamento di vertice si è svolto al Grand Gardner Arena di Las Vegas allestito dalla Top Rank di Bob Arum. Da una parte il messicano Oscar Valdez (30-1) pro dal 2012 a 21 anni, dal 2016 al 2020 incontrastato re dei piuma, tra gli sfidanti battuti anche il nostro Tommasone nel 2019 a Frisco, il 20 febbraio 2021 a Las Vegas detronizza il mitico connazionale Miguel Berchelt, che regnava nei superpiuma WBC dal 2017, imponendogli un KO devastante al decimo tempo. Difeso il 9 ottobre 2021 a Tucson (Usa) contro il brasiliano Robson Coincecao (17-1) oro ai Giochi di Rio 2016, facendo più fatica del previsto. Di fronte il più giovane e ambizioso Shakur Stevenson (18), 24 anni di Newark nel New Jersey, pro dal 2017, caratterino niente male, ma anche grande talento, che ha già conquistato la cintura WBO e punta alla conquista della sigla WBC, del messicano. L’impresa riesce all’emergente Stevenson, con più facilità del previsto, contro un Valdez irriconoscibile da quello visto in passato. Tatticamente ha fatto il gioco del mancino di Newark, gettandosi allo sbaraglio, puntando ad un improbabile pugno fortunato. L’avversario lo ha semplicemente aspettato e punito con diretti e crochet regolarmente a bersaglio. Dopo il successo gli elogi si sono sprecati, indicandolo come il superpiuma del futuro, predestinato a grandi trionfi. Non sono d’accordo, reputo Stevenson un ottimo pugile, tutto da valutare quando troverà incontristi ben più abili di Valdez, apparso spento e molto più lento del recente, che forse ha iniziato la parabole discendente anche se ha soli 31 anni, ma anche una carriera pesante. Il prossimo week end, mette in calendario per venerdì 7 a Las Vegas (USA), la supersfida tra il messicano di pelo rosso, Canelo Alvarez (57-1-2) e Dmitry Bivol (19), nato a Tokmak in Kyrgyzstan, russo di passaporto, che difende il mondiale mediomassimi WBA. I pronostici assegnano al messicano il ruolo di netto favorito. Mi trova d’accordo sulla scelta. Il 14 maggio a Carson (USA) il mondiale superwelter tra Jermell Charlo (34-1-1), 31 anni, titolare WBC, WBA, IBF, WBO contro l’argentino Brian Carlos Castano (17-0-2), 32 anni, che il 17 luglio scorso a S. Antonio nel Texas, gli impose il pari e giustamente ha ottenuto di riprovarci. Il 21 a Glendale (USA) il picchiatore di Phoenix, David Benavidez (25) con 22 KO, tenta di conquistare l’interim WBC dei superwelter a spese del canadese David Lemieux (43-4) 34 anni ed esperienza da vendere.
Giuliano Orlando