Parigi ripiomba nel terrore. A distanza di dieci mesi dalla strage nella redazione di Charlie Hebdo dello scorso gennaio, la capitale francese vive un'altra giornata nera, una delle più nere della sua storia. Almeno 127 le vittime a seguito di una serie di sparatorie a colpi di kalashnikov in diversi punti della città, ma il numero dei morti è purtroppo destinato a crescere: a essere colpiti, in particolare, sarebbero stati un ristorante e una sala concerti (il Bataclan) nei pressi dello Stade de France dove era in corso l'amichevole Francia-Germania. Anche all'interno dell'impianto, durante il primo tempo della partita, si è udita una forte esplosione e il presidente Hollande è stato evacuato per motivi di sicurezza.
Secondo fonti francesi, 87 persone sono state massacrate in maniera sistematica proprio nella sala concerti Bataclan, dove era in corso l'esibizione degli Eagles of Death Metal. Le notizie del sabato mattina parlano di almeno 200 feriti, di cui 80 in gravi o gravissime condizioni. Una carneficina pianificata, contro cui la Francia sta cercando di reagire in queste ore con la chiusura delle frontiere. Il presidente François Hollande è intervenuto poco dopo gli attentati: "Ci sono decine di vittime, è un orrore. Sarà proclamato lo stato di emergenza in tutto il territorio e verranno chiuse le frontiere". "Tutto lascia pensare che sia un attacco terroristico. Sarebbe il peggiore mai accaduto a Parigi", le parole rilasciate ai microfoni della Cnn da Patrick Lugman, vicesindaco di Parigi. Secondo il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, intervenuto in diretta televisiva dalla Casa Bianca, gli attentati a Parigi rappresentano "un attacco non solo al popolo francese ma a tutta l'umanità e ai valori che condividiamo".