La pattuglia azzurro-rosa del pugilato è tornata a casa da Tokyo. Giordana Sorrentino, Rebecca Nicoli, Angela Carini e in particolare Irma Testa, prima italiana a salire sul podio olimpico della boxe femminile hanno ricevuto una festosa accoglienza. Ad accoglierle Roberto Cammarelle, oro di Pechino 2008 e oro morale di Londra 2012, non avesse subito lo scippo politico degli inglesi, maestri della specialità. Per la torrese e le altre azzurre è un appuntamento solo rinviato, avendo tutte margini di miglioramento notevoli, che dovrebbero premiarle a Parigi 2024.
I Giochi sono alle battute conclusive, per il pugilato domani e domenica si assegnano gli ultimi otto titoli dei tredici in palio. Tra le donne solo quello dei 57 kg. ha avuto la conclusione con la vittoria della ventenne giapponese Sena Irie, che ha confermato la sua superiorità sulla filippina Nesthy Petecio, 29 anni e iridata in carica, ripescata dalla Task Force, dopo l’eliminazione alla preolimpica di Amman in Giordania ad opera della Irie. Questo risultato, fa rimpiangere la sconfitta della nostra Testa in semifinale contro la filippina, dovuta alla fatica sopportata dall’azzurra nei precedenti match dove ha battuto la russa Vorontsova argento mondiale, l’irlandese Walsh, testa di serie e la canadese Veyre, dopo aver vinto la preolimpica di Parigi, non meno impegnativa. Alle premiazioni la filippina rimarcava la sua appartenenza alle lesbiche e su questo non ho mai avuto il minimo dubbio, avendo ben poco di femminile. Sia nei tratti che nella boxe. Ripetendo quando ebbe a dichiarare l’inglese Nicola Adams, oro 2012 e 2016, dopo il passaggio al professionismo nel 2017. Delle otto categorie maschili, i 57, i 69, gli 81 e i 91 hanno trovato il podio completo. Nei piuma, oro al russo Batyrgaziev, 23 anni, che ha unito bravura e fortuna. Dopo il dominicano de la Cruz (5-0), ha infilato tre vittorie, compresa la finale per 3-2! Inizia con l’esperto mongolo Erdenebat, bronzo iridato, prosegue col cubano Alvarez argento mondiale e bronzo olimpico, che l’aveva eliminato ai mondiali 2019 e conclude contro Ragan (Usa) 24 anni e argento ai mondiali 2017. Fuori dal podio l’inglese McGrail, europeo 2017 e bronzo mondiale, eliminato all’esordio e ancor più l’uzbeko Mirzakhalilov campione del mondo in carica, battuto dall’irlandese Walker, europeo in carica. La sorpresa riguarda l’inedito ghanese Takyi, 20 anni, giunto al bronzo. Nei welter e mediomassimi, la sfida tra inglesi e cubani ha visto il trionfo dei caraibici. Per Pat McCormack, 26 anni, in attività da un decennio e ai vertici dall’argento in Bulgaria nel 2015, bissato nel 2019 in Ucraina, fino all’oro ottenuto agli European Games a Minsk in Bielorussia, oltre vincitore della selezione preolimpica di Parigi dello scorso giugno, battendo tra gli altri il georgiano Madiev, l’irlandese Walsh e in finale il russo campione del mondo Zamkovoi, che lo aveva battuto in finale ai mondiali 2019 a Ekaterinburg in Russia, sembrava la volta buona per l’oro olimpico, avendo trovato un girone facile, senza combattere in semifinale per la rinuncia (infortunio) dell’irlandese Walsh. Per contro il cubano Roniel Iglesias, 32 anni, oltre 400 incontri alle spalle, i primi pugni vent’anni fa, campione del mondo jr. nel 2006 e campione nazionale assoluto due stagioni dopo. Aveva faticato e non poco per battere la concorrenza interna a cominciare dall’emergente Kevin Brown (iridato youth 2012), ma alla fine l’aveva spuntata, meritandosi la quarta partecipazione ai Giochi. Dove dopo il bronzo a Pechino 2008, coglieva l’oro a Londra 2012 nei 64 kg. Out nei quarti a Rio nei 69, eliminato dall’uzbeko Giyasov, giunto all’argento. Quattro presenze ai mondiali: oro nel 2009 a Milano, argento nel 2017 ad Amburgo, eliminato all’esordio nel 2011 dall’ucraino Berinchyk e fuori nei quarti nel 2019 a Ekaterinburg in Russia, battuto dal locale Zamkovoy. Nel maggio 2015 ha combattuto ancora a Milano battendo De Donato ai punti. A Tokyo ha faticato parecchio contro il locale Okazawa, poi non ha dato scampo a nessuno. Vince su Johnson (Usa), sul campione del mondo in carica, il russo Zamkovoi, che l’aveva eliminato nel 2019, e riserva lo stesso trattamento all’inglese McCormack in finale, dominando la sfida. Sempre in anticipo e abile a difendersi grazie al talento e al mestiere. Stessa musica negli 81 kg. dove Arlen Lopez, oro a Rio nei medi, bissa salendo di categoria a Tokyo e non consente all’inglese Whittaker, argento europeo, l’impresa sognata, che tanto sperava dopo aver battuto in semifinale il russo Khataev, che sembrava lanciatissimo, dopo aver eliminato all’esordio il kazako Nurdauletov, campione del mondo in carica. Niente da fare per l’albionico, anticipato dalla boxe sostanziosa del cubano, tornato in auge dopo le delusioni degli ultimi due mondiali (2017-2019) eliminato prima del podio. Cancellando anche le voci che insinuavano di essere troppo attratto dalle gioie femminili a scapito della palestra. Nei massimi, si ferma all’argento la corsa del russo Gadzhimamedov, mondiale in carica e campione europeo, di fronte alla boxe sfuggente ma premiata dalle giurie, del cubano Julio La Cruz, che festeggia con l’oro olimpico il salto di categoria. Facendo il paio con Rio, negli 81. Arricchendo il carnet del non più verde Julio, 32 anni, che annovera quattro mondiali (2011-2013-2015 e 2017) e un bronzo nel 2019, battuto dall’uzbeko Nurdauletov, che a Tokyo negli 81 kg. si è fermato all’esordio del torneo.
Domani si assegnano gli ori femminili nei 51 e 69 kg. mentre domenica sarà la volta dei 60 e 75 kg. Per i maschi domani sarà la volta dei 52 e 75, mentre domenica ai 63 e +91. Nella categoria minima delle donne sfida europea tra la turca Buse Cakirouglo, 25 anni, campione europea, argento mondiale e favorita nei confronti della bulgara Stoyka Krasteva, 34 anni, rispolverata per Parigi dove è stata sconfitta dalla turca in semifinale. Entrambe mancine e attendiste, non sarà certo una battaglia come è prevista nella finale tra l’altra turca Busenaz Surmeneli, 23 anni, talento assoluto e l’esperta cinese Gu Hong, 32 anni, lunga esperienza di ring. La turca è la campionessa mondiale, mentre la cinese ottenne l’argento nel 2016. Entrambe hanno raggiunto la finale vincendo sempre. La turca ha boxe offensiva con uno stile molto maschile, anche se finora non ha rilasciato dichiarazioni come la Petecio. Sempre tra le donne, Domenica sul ring leggeri e medi. Nei 60 kg. sfida rovente tra l’irlandese Harrington, 31 anni, argento 2016 e oro iridato nel 2018, contro la brasiliana Beatriz Ferreira, altro talento e mondiale in carica, che gode del pronostico, in virtù di una consistenza offensiva notevole. L’ultimo oro al femminile nei 75 kg. la categoria che nelle due precedenti edizioni hanno visto il trionfo di Claressa Shields, oggi pagatissima professionista, oltre che detentrice di tutte le cinture mondiali, se lo contendono la gallese Price che ha superato in semifinale l’olandese Fontijn di stretta misura e la cinese Li, 31 anni e medaglie mondiali nel carnet. Per la russa Magomedalieva, che annovera mondiali ed europei, solo bronzo, battuta nettamente dalla cinese.
Per gli uomini le medaglie riguardano i 52 e i 75 domani, i 63 e i +91 domenica. Nei mosca, sono arrivati in finale il thai Paalam, 23 anni, un po’ a sorpresa, visto che ha battuto l’uzbeko Zoirov, campione di Rio e oro mondiale 2019, oltre al giapponese Tanaka cliente di tutto rispetto. L’altro finalista è l’inglese Yafai, vincitore del cubano Veitia, in un girone agevole. Fuori anche il francese Bennama, bronzo mondiale e vincitore della preolimpica a Parigi, battendo l’ispano Escobar e Yafai, fuori anche il kazako Bibossinov e l’indiano Amit argento iridato out all’esordio contro il colombiano Martinez, bronzo mondiale 2017. Nei medi l’ucraino Khyzniak pur arrivando in finale, non sembra in forma perfetta. Ha battuto il dominicano Cedeno senza entusiasmare e ha rischiato contro il filippino Marcial, argento mondiale che alla fine del secondo round era a rischio sconfitta. C’è voluto una terza ripresa a tutto gas per arrivare in finale, che comunque due giudici hanno dato all’asiatico, a sua volta attaccante, pronto alle repliche. L’avversario per l’oro è il brasiliano Souza De Conceicao, bronzo mondiale, giunto in finale col fiato corto, dopo match molto tirati, sia contro il cinese Tuoheta che il kazako Amankul, non meno impegnativo battere il russo Bakshi, che mirava all’oro, dopo aver vinto i mondiali 2019 in casa. La boxe del carioca è difficile da interpretare, essendo molto mobile con folata offensive, senza fermarsi mai. L’ucraino fortissimo ma monotematico avrà il suo bel da fare per bloccarlo. Domenica si chiude con i superleggeri e supermassimi. Nei 63 Cuba tenta di ottenere il poker d’oro, dopo essersi assicurata il tris, puntando sul duplice campione del mondo 2017 e 2019 Andy Cruz, che ritrova il finalista dell’ultimo mondiale, Keyshawn Davis Usa), 22 anni, che ha mostrato miglioramenti tecnici e tattici in rapporto al 2019. Non altrimenti costringi alla resa il francese Oumiha, argento a Rio, oro ad Amburgo, oltre vincitore della preolimpica a Parigi lo scorso marzo. Ha superato il russo Mamedov e in semifinale ha dominato l’armeno Bachkov, che figurava tra i più eccreditati. Anche se parte favorito il cubano, non è da escludere la sorpresa. Ultimo match dei Giochi, tra i +91, tra il gigante uzbeko Jalolov, due metri di altezza, mancino con la dinamite nei guantoni, professionista imbattuto, di stanza negli USA, dove si allena, campione del mondo in carica, che ritrova il giovane Richard Torrez jr., 22 anni e un precedente drammatico ai mondiali 2019, dove venne messo KO con tanto di ricovero in ospedale. Sicuramente l’americano, allenato dal padre e di famiglia benestante, avrà fatto progressi, ma dubito fino al punto di mettere in difficoltà l’asiatico. Dato per scontato che Jalolov vinca l’oro olimpico, resto sempre più convinto che l’apertura che fece l’AIBA nel 2014 al professionismo senza porre limiti precisi, sia una delle peggiori idee dell’associazione. Ne ho anche parlato con l’attuale presidente, il russo Kremlev, che mi ha assicurato di prendere in esame la situazione attuale. Spero mantenga la parola. Comunque vadano a finire le prossime finali, Cuba è stata la grande protagonista tra gli uomini, mentre l’Asia la grand delusa. L’Europa si è difesa con Russia e Ucraina, poca fortuna per l’Inghilterra, presentatasi con grandi speranza, ottenendo meno di quanto auspicato, ancora più delusa la Francia, che torna a casa senza lo straccio di un podio, dopo aver puntato molto in alto. La Turchia aveva due briscole pesanti nelle donne ed è stata ripagata. L’Italia, delusissima con gli uomini, torna a casa col prezioso bronzo di Irma Testa, riportando l’azzurro sul podio, assente a Rio.
Giuliano Orlando