Trofeo Tazzi a S. Donato, pari tra Italia e Inghilterra. Successo tecnico e di pubblico.
di Giuliano Orlando
SAN DONATO. Il Trofeo Ottavio Tazzi creato dai fratelli Leo e Nico Pasqualetti, prima pugili alla Doria di Milano e poi ottimi tecnici di pugilato e maestri di vita per tutti i loro allievi, non è solo l’appuntamento all’insegna dei guantoni, ma soprattutto l’impegno costante, affinchè non si perda la memoria di un uomo che ha insegnato a campioni e ragazzi di ogni ceto e provenienza come la boxe sia non solo tirare pugni, ma imparare a crescere nel modo giusto e soprattutto diventare esempio per gli altri. Ottavio era il maestro ma anche il padre e il nonno che sapeva capire i problemi di ciascuno e per tutti trovava la parola giusta atta ad infondergli fiducia. Su questa traccia si sono specchiati i fratelli Pasqualetti e per questo ho mantenuto con loro un sano rapporto di stima. Anche per quest’ultima edizione, la più indovinata, portando il tutto esaurito nella struttura dell’Hotel Plaza di San Donato Milanese, dove si è svolta la serata agonistica, ero presente, gustando uno spettacolo che univa musica e sport in modo ideale e gentile a conferma che la boxe è arte agonistica gradevole anche per i palati raffinati. Capace di accordarsi con le note dell’arpa mentre un bambino mima il gesto del pugile in allenamento. Ha trovato spazio pure un giovane cantante, preludio alla sfida tra inglesi e lombardi, svoltasi in un’atmosfera di tifo soft, quasi all’inglese. Gli ospiti si sono presentati con ottimi elementi e infatti hanno pareggiato la sfida, grazie alla vittoria del piuma Jawald Ilyas contro il locale Brian Abbatangelo, verdetto che ha sorpreso lo stesso inglese, ben lieto del regalo di due giudici su tre, evidentemente poco attenti al match, impegnati su altro, sballando il verdetto, visto che sul ring, l’allievo della APOT nel finale aveva nettamente fatto meglio. Il problema che questi errori li pagano gli atleti e non i veri responsabili che si trincerano nel silenzio e sorridono beffardi e beffarde. L’iter dei match ha visto l’esordio di due schoolboy: l’altissimo inglese Chase Nickolds e il normolineo di casa, Iacovet Ruslan, abile a passare sotto i lunghi jab dell’ospite, rientrando con buona scelta di tempo. Tattica che a gioco lungo lo ha premiato, nonostante il valore dell’avversario, in lacrime al verdetto negativo. Niente fare nei leggeri youth, tra l’inglese Harvey Orris, dalla struttura impressionante, col dubbio personale che i 18 anni, li abbia superati da tempo e l’altro allievo dei Pasqualetti, Torres Gianluca papà cubano, pelo rosso e struttura ancora in formazione. Ha prevalso l’esperienza di Orris, oltre all’indubbia completezza tecnica e pesantezza dei colpi. Un plauso anche a Gianluca che ha tenuto botta fino all’ultimo. Il terzo successo degli ospiti lo coglieva Tyler Sharpe nei 67 kg. a spese di Mario Moretti del team Hage, che si è battuto con grande generosità per i tre round, affrontando un rivale di talento, dal repertorio completo, che comunque per vincere ha dovuto sudare e non poco, sotto le repliche del lombardo mai domo. Col terzo successo consecutivo gli inglesi si assicuravano almeno il pari finale. Traguardo raggiunto ma non superato, in quanto gli altri due match erano giustamente di pertinenza lombarda. Iniziava Jacopo Muscarà del Club Rozzano, contro Tyler Cullen, più esperto ma in affanno sotto gli assalti di Musccarà che aveva l’abilità di passare sotto i colpi, trovando bersaglio utile, evitando le repliche inglesi. Vittoria di misura ma giusta per il lombardo. Altrettanto faticato il successo di Luca Modoni del gym Ares, nei medi, allievo di Marco Antognaccetti, contro il forte Toby Bassett, che ha incassato colpi pesanti, trovando sempre la forza delle repliche. Un match a media distanza, applaudito dal pubblico che Luca ha saputo vincere chiaramente. Trofeo diviso a metà, con buona pace di tutti e arrivederci al 2024. La parte professionistica metteva in programma tre incontri. Risultati molto spettacolari anche se diversi l’uno dall’altro nei loro contesti. Il folcloristico medio Omar Ilunga (24-2-1) 38 anni, pro dal 2017, nato a Roma, mamma tunisina, padre del Congo Belga, che alterna la boxe con esibizioni rapper, attività principale in Venezuela e Repubblica Dominicana oltre che in Italia, si trova di fronte un certo Ivan Bria (0-14), russo residente a Palermo, età indefinita e fisico da giocatore di bocce, capace di non tirare un solo pugno per due round e chiudere al terzo per un dolore alla mano destra. Mi chiedo come chi di dovere possa dargli l’idoneità a combattere. Segue il calabrese Giuseppe Osnato (5-1) residente a Milano, 23 anni, argento tricolore nei dilettanti, bene impostato, anche se molto scolastico in fase di crescita tecnica, passato col team di Alessio Taverniti, battere con bella sicurezza il colombiano Santiago Garces (4-14-3), pro dal 2021 a 18 anni, una carriera emblematica. Primi sei incontri in Patria (4+2=), arrivo in Europa in Spagna a Siviglia e debutto in Italia il 9 settembre 2022 a Civitavecchia, perdendo dal romano Christian Gasparri (9) per l’IBO youth. Dopo quell’impasse, seguono altre 13 sconfitte, l’ultima appunto contro Osnago, dove ha mostrata abilità difensiva da perfetto collaudatore. Dopo la lunga permanenza spagnola, col suo maestro si è spostato in Italia a San Donà di Piave, per proseguire nel ruolo baby sitter. In chiusura il ritorno di Fath Benkorichi (13-1), cresciuto all’ombra dei Pasqualetti, ottimo dilettante e promettente anche nei pro, conquistando il tricolore leggeri, battendo l’ostico Demollari e respingendo l’assalto di Gianluca Picardi nel 2021. Potenzialmente Benkorichi è un talento capace di sciorinare tutto lo scibile pugilistico con naturalezza. A questo punto l’interrogativo è capire perché si è presentato a questo appuntamento grasso come un vitello, con almeno 10 chili oltre il suo peso. Ha vinto senza problemi contro il veneto di Adria, Riccardo Crepaldi (5-5), 26 anni, pro dal 2021, che gira l’Italia alternando vittorie e sconfitte, L’ultima appunto a San Donato, perdendo netto da un avversario che ci auguriamo capisca in tempo che presentandosi così rischia la carriera.
Giuliano Orlando