Tutto facile per l’Italia al Golden Belt in Romania, torneo nato nel 1972.

Pubblicato il 18 giugno 2024 alle 18:06
Categoria: Boxe
Autore: Wilma Gagliardi



Tutto facile per l’Italia al Golden Belt in Romania, torneo nato nel 1972.

di Giuliano Orlando

Gli otto titolari azzurri che prenderanno parte ai Giochi di Parigi: Giordana Sorrentino (50), Irma Testa (57), Alessia Mesiano (60), Angela Carini (66), Salvatore Cavallaro (80), Abbes Mouhiidine (92) e Diego Lenzi (+92) sono rientrati ad Assisi, reduci dal Golden Belt, disputato a Targu Mures nel territorio della Transilvania in Romania. Bilancio positivo con sette ori e un argento, anche se la rassegna va considerato un mini torneo e solo pochi confronti hanno avuto come tema l’equilibrio. Giordana Sorrentino (50) ha esordito contro l’ostica francese Bourega e ancor più la messicana Herrera che potrebbe ritrovare a Parigi. Due vittorie limpide, utili in proiezione dei Giochi. La Mesiano è come il vino, col tempo migliora e infatti ha esordito contro la polacca Szeremeta, promossa nei 57 a Busto, vincendo tutte e tre le riprese. Stesso ritornello in finale con l’egiziana Rhama. Irma Testa ha disputato un solo incontro, battendo col minimo sforzo la serba Zekic, vice campionessa nazionale. Angela Carini avrebbe dovuto disputare la semifinale a Busto contro la Rygieska, una delle più esperte e qualificate tra le polacche. Ai mondiali di Istanbul nel 2022 è stata fermata dall’algerina Chaib nei quarti. Nel 2019 a 64 kg., agli europei inciampa sulla nostra Amato in finale, nel 2022 a Budva è capace di battere la turca Surmeneli in semifinale, ma i giudici la puniscono per l’oro contro la tedesca von Berge. Si è presentata in Romania in grande spolvero. A farne le spese la nostra Angela Carini, anticipata dal destro che ha fatto la differenza. Una sconfitta netta che deve servire come campanello dall’arme per le olimpiadi. Per i tre azzurri missione compiuta. Salvatore Cavallaro (80) dopo aver superato l’ottimo Razmerita, avrebbe dovuto vedersela l’egiziano Abdelgwwad che risultava fuori peso. Vittoria dell’italiano per wo. Cavallaro ha comunque combattuto col locale Serba, battendolo anche se la differenza di struttura era evidentissima. Aziz dopo aver giocato col moldovo Zaplitnii, in finale il romeno Hoca è durato 30” e rimandato a casa. Stesso discorso tra l’emiliano Lenzi (+ 92) e l’impresentabile Calin, una specie di porcellino umano, fermato dall’arbitro dopo neppure un minuto. Diciamo che stavolta la rassegna è stata decisamente ignorata da troppe nazioni. Peccato. In realtà il torneo ha un passato storico illustre. Nato nel 1972, già all’esordio, ospitò la nazionale cubana a quel tempo dominatrice nel mondo, nella cui squadra militava l’allora giovanissimo Teofilo Stevenson, che qualche mese dopo, vinse l’oro alle Olimpiadi a Monaco di Baviera. Traguardo che raggiunse altre due volte nel ’76 e nel 1980, a Montreal e Mosca. A quell’edizione inaugurale presero parte Ucraina, Polonia, Francia, Ungheria e Cecoslovacchia, con la Romania che in quegli anni contava su pugili di qualità. Quella volta Stevenson dopo aver vinto il primo match, dovette rinunciare per un problema alla mano destra. Si sarebbe rifatto largamente, vincendo nel ’73, 74, 75, 78 e ’79. Cuba fece tappa in Romania per ben 23 edizioni e solo nel 1994 non prese parte al torneo, per tornare l’anno dopo. I quegli anni, la “Centura de Aur” questa la denominazione fino al 2018, ovvero per 43 anni, - quando a causa del Covid si fermò fino al 2022 - faceva parte dei tornei europei più prestigiosi. L’Italia si presentò per la prima volta nel 1973 con Curcetti e Russi eliminati all’esordio. Nel 1975 giunsero in finale nei superleggeri i fratelli Calistrat e Simion Cutov, ma rinunciarono a disputare il confronto. Calistrat vinse anche un titolo europeo. In quel periodo seguivo l’attività dilettantistica internazionale per il Corriere dello Sport e Boxe Ring e nel 1976, il presidente Gheorghe Guriev, mi premiò con diploma d’onore e la medaglia in occasione dei 50 anni della Federazione Romena. Nel 1988, Vincenzo Nardiello conquista la medaglia d’oro nei 71 kg. battendo il favorito Obreja dopo una battaglia entusiasmante. Nel corso degli anni altri italiani, tra i quali Mannai, Todisco, Chianese, oltre a Fragomeni, Bundu, Spadafora, Salvatore Munno e Zamora nell’edizione del 1999, designata per la selezione ai Giochi di Sydney, con alterna fortuna, senza mai raggiungere il traguardo massimo. Nel 2015 il torneo si apre alla presenza femminile e l’anno dopo la nostra Irma Testa conquista l’oro nei 60 kg. battendo in finale l’emergente locale Nechita. L’Italia è presente anche alle successive edizioni del 2017 e ’18 a Galati sul Mar Nero, come alla ripresa nel 2022 che prende il nome di Golden Belt, all’inglese, trovando sede a Targu Mures. Edizione di alta qualità, con l’Uzbekistan giunta in forze, ma anche con l’Ucraina e altre nazioni europee. L’Italia partecipa con quattro azzurre: Prisco, Savchuk, Corno e Gemini, le ultime tre conquistano il bronzo. Annullata l’edizione 2023, la manifestazione ha ripreso quest’anno con presenze ridotte nei numeri e nelle nazioni. In compenso, oltre all’Italia, il Messico e la Polonia inviano i promossi per Parigi, mentre Francia, Irlanda, Moldovia, Galles, Egitto portano al torneo elementi promettenti. La Romania, pur attiva a livello organizzativo, ha conquistato un solo pass per Parigi con l’ex europea Perijoc nei 54 kg. ha iscritto 13 maschi, per la maggiori parte decisamente inesperti. A seguire la nostra squadra il capo delle nazionali Emanuele Renzini, i tecnici Riccardo D’Andrea, Gennaro Moffa e Sumbu Kalambay, il massofisioterapista Pierluigi Pantini l’arbitra Veronica Ponsiglione. 

Giuliano Orlando