Valeria Calabrese, responsabile tecnico, affiancata da Gianfranco Rosi e Lorenzo Di Giacomo, traccia la situazione dell’Italia agli europei “school” che pur ottenendo 6 bronzi, non è soddisfatta del risultato e non certo per demerito degli atleti.
“Il rammarico maggiore di questi europei è che troppi verdetti erano già scritti. Perdere con russi e ucraini ci sta, visto che nella maggioranza sono più forti, anche se a livello tecnico i nostri maschi non avevano nulla da imparare. Siamo arrivati a Sarajevo con la squadra boy, decisamente forte e sul ring lo hanno dimostrato battendosi spesso alla pari con i favoriti. Ma quando ti rendevi conto che i giudici serbi, croati, moldovi, ucraini, bosniaci, romeni e kosovari davano sistematicamente 5-0 contro gli azzurri fin dal primo round, cosa dicevi al tuo pugile, giustamente convinto di aver vinto la ripresa. Sinagra aveva battuto l’ucraino Begunov, l’arbitro lo aveva richiamato ufficiosamente una decina di volte, ma appena l’azzurro ha portato avanti la testa è scattato il richiamo ufficiale. Nonostante questo era in netto vantaggio, ma ha perso 3-2, grazie al giudizio negativo del moldovo, armeno e croato. Cosa dici al ragazzo, che meritava una medaglia e si vede estromesso all’esordio, mentre l’ucraino arriva all’argento?”.
Gli altri?
“Mencaroni (40) è uno dei più completi, ma se trovi subito il miglior ungherese, giunto all’argento, paghi pedaggio. Con un altro sorteggio valeva almeno il bronzo. Il gruppo dei tredicenni non è da meno a cominciare da Turrin (42) pure lui penalizzato dai giudici contro l’armeno Galstyan, nel match che valeva il podio. Lo Piccolo (50) chiamato all’ultimo momento è stato la piacevole sorpresa, con 3 match all’attivo ha costretto alla resa il lituano Grigorianas, battendosi alla pari col russo Kalaganov. Questo giovane siciliano ha forza fisica, testa giusta e un bel futuro. Il calabrese Giuncato (52) con 5 incontri alle spalle, dopo aver battuto il bosniaco Kunovac, affronta il russo Kozlov, che domina il torneo e potrebbe svettare addirittura negli youth, tanta è la differenza con gli altri. Siamo messi bene nelle categorie più pesanti al di fuori del risultato, dipendente dal sorteggio. Nei 66, il romano Fe debutta col russo Morozov, ovvero il campione della categoria. Una sconfitta che non pregiudica le sue qualità da talento in erba, un bel longilineo alto 1,83 destinato a farsi largo già la prossima stagione. Stesso discorso per il siciliano Morale (70), vincitore del lettone Zagorskis e ottimo contro il russo Roslov altro oro. Caracusi (90) ha 13 anni, il fisico giusto come il carattere, deve solo combattere, un ragazzo sul quale occorre investire, nel deserto di giganti italiani. Savarese (60) è un campano tosto, che ha impegnato l’ucraino Kyrylo, giunto al bronzo. Ha buone basi, come Davi (48) un torello bisognoso di fare esperienza per mettere a frutto il potenziale”.
Sul sito EUBC, hanno fatto i complimenti a Romasino (54) sottolineando l’ottima impostazione, citando il tecnico italiano Valeria Calabrese.
“Ringrazio per il riconoscimento, anche se resta il fatto che io accetto le sconfitte giuste, meno quelle politiche. Cipriani (44) giunto al bronzo è un ometto in tutti i sensi e dopo aver superato il locale Kucevic, ha lottato alla pari con l’ucraino Zeiniiev, che non aveva bisogno di un arbitro parziale. Pure Crucillà (46) ha esordito, contro Kerimov, l’ucraino che ha vinto il titolo, e ha fatto il suo dovere. Falconeri (63) ha tutto per emergere, bene impostato e con la testa giusta, anche per lui esordio con l’ucraino Useinov che lo sovrastava in esperienza. Una squadra potenzialmente fortissima, sulla quale si può costruire molto. Personalmente la ritengo a livello giovanile la formazione più forte degli ultimi anni”.
Meno brillante la situazione femminile
“Non tutte le annate sono uguali, ma pure queste scolare possono crescere. Anche per loro sorteggio sfavorevole. La de Donato (42), 13 anni e 3 match in carriera incrocia subito la russa Panechkina, che sembra la sorella maggiore e annovera 40 incontri, tutta forza. Infatti in finale l’ucraina Makohonenko l’ha battuta sul piano tecnico. Nei 46 l’emiliana Borghi, anche lei del 2008, dimostra carattere e la vittoria sulla lituana Mikneviciute le assicura il bronzo. Contro la russa Bezfamilna, con 50 incontri alle spalle, imbattuta in patria e nei vari tornei, la sfida e impari. La Marongiu ha pagato l’assoluta inesperienza, trovando all’esordio la medaglia d’argento l’ucraina Panasenko ed è stata fermata giustamente. La Barca (51), guarda caso, affronta all’esordio la Jilkova, il gioiello cecoslovacco, che vincerà l’oro, facendo fuori la russa Ryzhova in finale. Stella Tosadori (54) si è fermata subito contro la polacca Jarzabek, rendendo forse meno del previsto. Inoltre, la sua vera categoria e quella inferiore. Anche per la Piano (57), sorteggio proibitivo contro la Camerero, unica rappresentante spagnola, conosciuta e quotata, tanto da cogliere l’argento. Muzzi (60) è una tosta e priva di complessi, dopo la vittoria sulla turca Teke, ha tenuto botta con l’ucraina Taran, oro di categoria. La giovane piemontese Scorrano (64), si ferma alla prima sfida contro la moldova Coronciuc, argento in finale. Nei 70 anche se deve pagare pegno per la scarsa statura, l’emiliana Golinelli è in grado di impegnare tutte le avversarie, compresa l’ungherese Budai, favorita dai giudici e giunta all’argento”.
Se per ipotesi le venisse offerta la conduzione delle squadre giovanili, sarebbe pronta a scommettere un grande futuro dei maschietti?
“Le ipotesi non esistono e quindi non evado la domanda. Mi limito ad affermare che gli schoolboy di Sarajevo, sono tra i più forti degli ultimi anni. Non altro”
Giuliano Orlando